LO STIPENDIO
Lo stipendio è la retribuzione fissa del prestatore di lavoro continuato e subordinato.
È definito su base mensile e comprende anche i giorni di riposo secondo le disposizioni contenute nei CCNL (contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati a livello nazionale per ciascun settore economico tra la parte datoriale e le organizzazioni sindacali).
Gli elementi che compongono la retribuzione sono elencati in busta paga e distinti in:
- stipendio diretto, collegato alla prestazione resa;
- stipendio indiretto, non direttamente connesso alle ore lavorate ma spettante per effetto del verificarsi di eventi particolari e/o previsione contrattuali (es. tredicesima mensilità, ferie, malattia, permessi, ecc.);
- stipendio differito, che matura periodicamente ma viene corrisposto a posteriori (in genere il TFR – trattamento di fine rapporto).
La retribuzione stabilita dal CCNL di riferimento rappresenta lo “stipendio lordo” al quale è necessario applicare le dovute trattenute fiscali (es. IRPEF) e previdenziali (INAIL e INPS) per calcolare lo “stipendio netto”.
L’IRPEF viene trattenuta ogni mese dal datore di lavoro a titolo di ritenuta d’acconto, insieme alle addizionali comunali e regionali (ogni anno in sede di trasmissione del modello di dichiarazione dei redditi vengono effettuati i necessari conguagli).I contributi previdenziali vengono versati in parte dal prestatore di lavoro, mediante trattenuta in busta paga, ed in parte dal datore di lavoro.
I BENEFIT AZIENDALI
Ai sensi dell’articolo 2099 c.c. il prestatore di lavoro può essere retribuito anche mediante la concessione in uso di beni e servizi aziendali, i cosiddetti fringe benefit.
I fringe benefit costituiscono un’integrazione complementare alla retribuzione principale in denaro. Si tratta di agevolazioni che rientrano nel cosiddetto welfare aziendale, pensate per migliorare la salute e lo stile di vita dei lavoratori, ma capaci di effetti positivi sulla stessa produttività aziendale.
I benefit più comunemente utilizzati dalle imprese riguardano:
- l’utilizzo di cellulari aziendali;
- la concessione dell’alloggio (ad esempio nei casi del portiere di uno stabile o del custode di un’azienda);
- l’uso di un’autovettura aziendale (ad esempio quando il prestatore di lavoro riveste mansioni nell’area commerciale/vendite);
- sconti sui prodotti e servizi dell’impresa;
- assistenza sanitaria integrativa (l’azienda stipula accordi con fondi sanitari integrativi grazie ai quali i lavoratori possono effettuare visite specialistiche ed esami medici beneficiando di sconti e agevolazioni);
- sconti e convenzioni con palestre, centri benessere, centri sportivi;
- la possibilità di ricevere quote di azioni o partecipazioni dell’impresa (stock option);
- la flessibilità lavorativa (alcune aziende permettono ai dipendenti di seguire un orario di lavoro più flessibile o di lavorare da casa un giorno a settimana consentendo loro di conciliare al meglio lavoro e vita privata);
- corsi di formazione e aggiornamento, che hanno inoltre il vantaggio di contribuire al know how aziendale.
NEGOZIARE LO STIPENDIO
Negoziare la propria retribuzione richiede attente valutazioni.
Da un lato è necessario effettuare una stima realistica del proprio valore, tenendo conto delle competenze possedute nonché dell’esperienza maturata.
D’altro canto è fondamentale prendere in considerazione la realtà socio-economica ed aziendale in cui si è calati: i dati più recenti sullo stipendio per una determinata posizione di lavoro secondo il grado di esperienza (profilo junior o senior), la situazione finanziaria e la politica di produttività dell’impresa, etc.
Non bisogna mai sottovalutarsi o svendersi; tuttavia non è pensabile prescindere dalle caratteristiche del contesto, del settore e dell’organizzazione in cui si lavora o si intende lavorare.
Consapevoli delle proprie capacità ed esigenze nonché dei vincoli e delle difficoltà che pone l’ambiente esterno, in fase di negoziazione della retribuzione, non va mai assunto un atteggiamento rigido, ma è importante mostrarsi sempre disponibili a trovare una soluzione conveniente per entrambe le parti.
Alan McCarthy, esperto americano di negoziazione, fornisce cinque consigli utili per negoziare lo stipendio:
- Negoziare solo quando serve: non chiedere continuamente vantaggi, ma valutare in modo onesto e oggettivo quando, grazie ai risultati conseguiti ed al contributo dato alla produttività aziendale, ci si può considerare meritevoli di un aumento di stipendio;
- Osare ma non troppo: proporre una retribuzione adeguata rispetto alle proprie competenze, senza esagerare né riducendo le proprie aspettative prima ancora di iniziare la trattativa;
- Provare ad andare oltre la prima offerta: non accettare la prima proposta per evitare di trasmettere al proprio datore di lavoro l’idea di sottovalutare il valore delle proprie competenze
- Imparare l’arte del silenzio: sapere ascoltare ed essere in grado di esprimere le proprie motivazioni in maniera semplice, diretta, sintetica;
- Essere riservati: evitare di divulgare sul luogo di lavoro i contenuti ed i dettagli della trattativa creando attriti inutili e mettendosi in cattiva luce con il datore di lavoro.