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Partecipare a corsi e concorsi in orari malattia: si può fare?

Per dipendenti pubblici e privati a casa in convalescenza ci sono regole precise e diverse. Le fasce di reperibilità e gli orari malattia in cui si può ricevere la visita del medico fiscale sono rispettivamente i seguenti:

La reperibilità vale anche durante il weekend. L’INPS non prevede visita obbligatoria in caso di patologie gravi, cause di servizio o invalidità superiore al 67%. Chiarito questo, come funziona con gli orari malattia in caso di corsi o concorsi? Ci sono altre eccezioni? Entriamo nel dettaglio.

Reperibilità: condizioni che fanno eccezioni

Gli orari malattia e le restrizioni correlate hanno ovvie ragioni giuridiche e contrattuali. Inoltre sono misure igienico-sanitarie per tutelare sia il soggetto che l’intero ambiente di lavoro. Esistono però delle eccezioni da valutare caso per caso.

Se ad esempio si è influenzati, è scontato che qualsiasi attività oltre la degenza domiciliare può aggravare le condizioni. Tuttavia se si è a riposo per motivi di depressione o stress (burn out), uscire di casa può giovare. Lo stesso vale in caso di infortunio, per sedute di riabilitazione motoria. È evidente dunque che qualunque variazione è oggetto di valutazione individuale.

Attività formative e professionali in orari malattia  

Nell’era dello smart working “stare a casa” non è più l’opposto di “andare in ufficio” ma solo un’alternativa. Quindi svolgere mansioni o seguire un corso sarebbero entrambe attività possibili da remoto e in modalità e-learning. La disciplina però mostra alcune contraddizioni. In linea di principio, il dipendente “fermo” per motivi di salute, non è tecnicamente in organico e non può lavorare o ricevere formazione aziendale. Percepisce indennità proprio perché non può assolvere ai normali compiti e quindi essere produttivo.

Allo stesso tempo però è questione discussa se, oltre la reperibilità, il soggetto possa partecipare a percorsi didattici o addirittura concorsi pubblici. Infatti come accennato, la sospensione di convalescenza serve a garantire la sicurezza personale e “del personale”. Inoltre si agisce così per evitare di compromettere o rallentare la guarigione e quindi il ritorno al lavoro. Se le suddette attività non inficiano il recupero del lavoratore, “in teoria” sarebbero concesse, fuori dagli orari malattia.

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