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Fondi europei: sì solo se non si danneggia l’ambiente

fondi europei solo se non danneggiano l'ambiente

fondi europei

Finanziamenti e fondi europei: i criteri green

Arriva direttamente dalla Commissione Ue il chiarimento atteso per l’utilizzo dei fondi europei per le politiche di coesione. In buona sostanza, per l’Europa potranno essere finanziati solamente i progetti che rispettano i criteri DNSH, ossia do no significant harm, e cioè  “non arrecare un danno significativo” all’ambiente. Ma come si traduce questo in chiave concreta?

Fondi ue diretti e indiretti

Il primo interrogativo da sciogliere riguarda l’estensione del criterio del mancato danno ambientale. E cioè su quali fondi europei valgono i parametri stabiliti dall’Unione Europa.

Ebbene, i criteri del mancato danno all’ambiente per l’impiego dei finanziamenti vale, ovviamente, per qualsiasi tipologia di fondi che l’Europa mette a disposizione e che rientra nel Regolamento delle Disposizioni Comuni. 

Ogni programma, quindi, dovrà rispondere e garantire il rispetto di tutti i parametri del DNSH

I criteri europei per i fondi

Sono 6 i criteri che rientrano nel DNSH ora necessari per l’impiego dei fondi:

Quali sono le procedure di assegnazione dei fondi europei 

Le procedure di assegnazione dei fondi europei, quindi, dal 2022 cambieranno. 

Nel caso di utilizzo di fondi Fse+, poi, la commissione europea specifica anche un altro passaggio, e una iniziale distinzione tra programmi che prevedono un finanziamento monofondo, e tra quelli che prevedono, invece, l’uso di plurifondo.

Per l’Ue occorre, infatti, inserire in ogni programma monofondo Fse+ la frase:

“Le tipologie di azioni proposte sono state giudicate compatibili con il principio Dnhs, in quanto non si prevede che abbiano un impatto ambientale negativo significativo a causa della loro natura”. 

Nel caso, invece, dei programmi plurifondo, la frase andrà inserita per le priorità Fse+. 

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