Il Piano nazionale di ripresa e resilienza del Governo Draghi ha investito 6 miliardi di euro per il lavoro. O meglio, per fare in modo che il mercato del lavoro italiano non solo si allinei ai ritmi pre-Covid, ma anche alle competenze europee.
La ripresa? Due riforme e quattro investimenti
Leggendo nel dettaglio il Piano nazionale di ripresa e resilienza si vede come per il capitolo lavoro siano previste due grandi riforme e quattro linee di investimenti. Vediamo quali sono.
Le riforme del piano nazionale di ripresa e resilienza
Sono due le riforme necessarie a costruire il nuovo mondo del lavoro italiano.
- politiche attive del lavoro, per un valore di 4,4 miliardi di euro
- piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso
La riforma delle politiche attive tocca da vicino il mondo della formazione dei lavoratori, con i due assi portanti del Fondo Nuove Competenze e della Garanzia di Occupabilità del Lavoratore.
Gli investimenti del Pnrr per il lavoro
Sono quattro, invece, gli assi di investimenti inseriti nel piano nazionale di ripresa e resilienza per il mondo del lavoro:
- potenziamento dei centri per l’impiego, per 600 milioni di euro
- creazione di imprese femminili per 400 milioni di euro
- l’avvio del sistema di certificazione per la parità di genere nelle aziende, per 10 milioni di euro
- e il sistema duale per 600 milioni di euro
Piano di ripresa e resilienza: i tre obiettivi
Sono tre gli obiettivi di questi elementi che, matchati tra loro, daranno vita ad un nuovo sistema del lavoro.
- Aumentare il tasso di occupazione, facilitando le transizioni lavorative e dotando le persone di formazione adeguata
- Ridurre il mismatch di competenze
- Aumentare quantità e qualità dei programmi di formazione dei disoccupati e dei giovani, in un contesto di investimento anche sulla formazione continua degli occupati
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