In Campania serve una strategia di politiche “certe” per la formazione professionale. Sono queste le parole dell’assessore regionale al ramo, Armida Filippelli, all’indomani dell’approvazione della Giunta delle nuove linee guida regionali per la formazione. 

Lo scopo è sempre e solo uno: che nessun cittadino campano resti ai margini della società per mancanza di strumenti cognitivi, soprattutto, quando parliamo di giovanissimi che per necessità di lavorare, spesso per pochi euro e sempre a nero, escono dal circuito scolastico perdendo per sempre il treno della cultura personale.

Armida Filippelli, Assessore alla Formazione Regione Campania

Formazione professionale: gli obiettivi e gli strumenti

Sebbene sia ancora una strategia da attuare in Campania, le dichiarazioni ufficiali dell’assessore all’indomani della riunione di Giunta sono accompagnate da alcune indicazioni già dettate. Ossia la costruzione di una rete di collaborazione più stringente tra realtà pubbliche e private che possano generare strategie di formazione professionale più inclusiva, specifica, e universale. 

Uno strumento “operativo” e locale per la formazione professionale già esiste sul territorio campano: si tratta di uno dei tre assi di investimenti strategici previsti dal nuovo piano varato dalla Regione, e che sarà operativo dal prossimo 30 maggio.

La misura, infatti, prevede che anche questa voce possa rientrare nel pacchetto di investimenti finanziabili dai fondi europei. Il valore complessivo destinato al potenziamento delle competenze dei lavoratori delle aziende che aderiscono è di 1 milione di euro.

Gli strumenti nazionali per il sostegno delle skills

Esistono, però, anche altri strumenti di natura nazionale che consentono alle aziende di avviare percorsi di potenziamento delle skills dei propri lavoratori. In questo caso, la formazione professionale può essere sia continua, come aggiornamento costante, che legata ad un progetto.

La formazione continua dei dipendenti aziendali è legata agli specifici avvisi generalisti dei fondi interprofessionali: si tratta di percorsi di aggiornamento costante su determinati temi di interesse alle aziende o su argomenti di carattere generale, come possono essere le competenze base o la sicurezza sul lavoro.

Nel caso, invece, di percorsi di formazione professionale a progetto, i riferimenti sono due:

  • gli avvisi tematici dei fondi interprofessionali (su specifici argomenti e con una finestra temporale di apertura e chiusura per la presentazione dei piani)
  • il Fondo Nuove Competenze

Il Fondo Nuove Competenze nel decreto Lavoro

Il decreto Lavoro del primo maggio scorso ha introdotto importanti novità sulla stretta connessione tra Fondo Nuove Competenze e formazione professionale. 

La pubblicazione su Gazzetta Ufficiale del decreto Lavoro rende il Fondo Nuove Competenze una misura candidata a divenire strutturale. La buona notizia? Che le aziende interessate non saranno più costrette a organizzare e progettare percorsi di formazione interna con tempi stretti e difficoltà di accesso ai fondi. Ci sarà il giusto tempo per:

  • presentare progetti di sviluppo delle competenze ragionati e dettagliati, anche tecnicamente (senza rischio di non avere tutti i requisiti)
  • sottoscrivere gli accordi di rimodulazione oraria in modo preciso
  • selezionare con criterio i partner per avviare la formazione e certificare le competenze in uscita

A cosa serviranno le risorse? Fondamentalmente i fondi saranno destinati a:

  • finanziare parte della retribuzione oraria
  • finanziare gli oneri relativi ai contributi previdenziali e assistenziali delle ore di lavoro destinate ai percorsi formativi

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