Non solo formazione continua dei dipendenti delle aziende, ma anche interventi nelle politiche attive del lavoro: è questo il nuovo ruolo che potrebbero avere i fondi interprofessionali. La questione è emersa durante la presentazione del primo rapporto sulla formazione continua condotto da Fondoprofessioni. 

Il momento di confronto ha dato il via ad una riflessione più precisa sul ruolo dei fondi interprofessionali che, nell’ultima edizione del Fondo Nuove Competenze, hanno già operato sul versante dell’inserimento e reinserimento lavorativo.

L’obiettivo è, dunque, quello di istituzionalizzare un ruolo ampliato dei fondi interprofessionali anche nelle misure di politiche attive del lavoro. Ma qual è la situazione attuale?

I fondi interprofessionali e la formazione continua

Nel report Fondoprofessioni, dove si ragiona sulla partecipazione dei fondi interprofessionali alle misure di politiche attive del lavoro, la fotografia 

Nel panorama europeo la formazione continua viaggia a due velocità. Rispetto agli obiettivi europei 2030, nell’ambito del job related diversi Paesi hanno già centrato il target del 60%. L’Italia galleggia a metà strada e l’obiettivo del 60% è ancora lontano. La quota di lavoratori che nel 2022 ha partecipato a corsi di formazione si attesta infatti al 37,6%, ben lontano dai livelli, per esempio, di Francia (49,9%) e Spagna (48,5%).

Ma quali sono stati i temi trattati dalla formazione continua negli ultimi anni? L’area tematica che cresce maggiormente per numero di corsi realizzati nel biennio 2021/2022 rispetto al 2017/2018, è quella dell’“innovazione e digitalizzazione” (90,5%), seguita da:

  • “sviluppo di abilità personali in ambito lavorativo” (29,6%),
  • “comunicazione, vendita e marketing” (19,2%),
  • “etica, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale” (16,3%). 
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Perché ampliare alle politiche attive del lavoro?

Nonostante i buoni numeri della formazione continua per quanto riguarda l’attività dei fondi interprofessionali, il prossimo futuro guarda ad un ampliamento delle loro competenze, soprattutto per quelle legate alle politiche attive del lavoro a cui le aziende sono interessate.

Qualche esempio pratico? La formazione per le persone che stanno cercando un lavoro, e per quelli che lo hanno perso. 

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