Bilanciare competenze e qualità per far coincidere domanda e offerta

Il 48% delle aziende ha difficoltà a trovare giovani da inserire nel mondo del lavoro. Lo ha rimarcato a chiare  lettere l’ultimo BollettinoExcelsior.Un problema che ha caratterizzato tutto il 2022 e i primi sette mesi del 2023. Nel paese che conta oltre  un milione e 500mila Neet le piccole imprese continuano ad incontrare difficoltà a reperire le figure professionali adatte. Questo perchè mancano competenze specifiche. 

L’apprendistato professionalizzante per introdurre i giovani nel mondo del lavoro

La scuola e le università da sole non bastano per prepare i giovani al mondo del lavoro serve una formazione che vada oltre il solo canale legato all’istruzione e servono percorsi adeguati. Secondo le associazioni  di categoria una strada è data dall’apprendistato professionalizzante. Dati alla mano nelle piccole imprese le assunzioni di apprendisti rappresentano il 18,7% delle assunzioni di giovani under 30, una quota sale al 33,4%, nelle imprese artigiane.

Che cosa è l’apprendistato professionalizzante

L’apprendistato professionalizzante è una misura destinata ai giovani di età compresa tra i 15 ed i 25 anni che seguono un percorso di istruzione e formazione per la qualifica e il diploma professionale, di diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore. È finalizzato al conseguimento di un titolo di studio ed alla contestuale formazione in azienda. Per le aziende che vi fanno ricorso sono previste delle agevolazioni contributive, sgravi fiscali e agevolazioni retributive.

Nei fatti le aziende avranno:

  • aliquota contributiva pari al 1,5% per il primo anno, al 3% per il secondo e al 5% per il terzo anno per le aziende fino a 9 dipendenti; aliquota pari al 5% per le aziende con più di 9 dipendenti;
  • esenzione dal pagamento del contributo NASPI dell’1,31% e dal contributo formazione continua dello 0,30% (fondi interprofessionali);
  • esenzione dal pagamento del ticket di licenziamento
  • retribuzione calcolata in percentuale rispetto a quella prevista per i lavoratori qualificati a parità di livello d’inquadramento finale;
  • retribuzione pari al 10% per le ore di formazione interna all’azienda;
  • nessuna retribuzione per le ore di formazione esterna all’azienda.
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