Saranno operativi dal primo gennaio 2024, ma si annunciano già importanti novità per le aziende che vogliono assumere personale altamente qualificato. Il Governo, nell’ambito del PNRR, ha infatti emanato un decreto che pianifica nuovi incentivi per l’assunzione di ricercatori. Ecco tutti i dettagli.

Il piano di incentivi per l’assunzione di ricercatori

Il decreto, innanzitutto, rientra tra le disposizioni straordinarie per l’attuazione delle disposizioni inserite nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nello specifico, per quello che riguarda la misura 4, legata all’innovazione.

Per il Governo, in buona sostanza, l’innovazione passa necessariamente dall’ingresso nelle aziende di alti profili professionali, con skills approfondite e aggiornate sui temi centrali della cosiddetta twin transition. Da qui la pianificazione di incentivi per l’assunzione di ricercatori, o comunque di dottorandi o dottori universitari che apportino un elevato grado di specializzazione in vari ambiti.

Nello specifico, l’incentivo per l’assunzione di ricercatori  è un esonero contributivo totale, concesso nel limite massimo di importo pari a 3.750 euro annui, da riparametrare e applicare su base mensile, per un periodo massimo di 24 mesi e pertanto fino ad un tetto massimo di 7.500 euro a ricercatore.

Ogni impresa può fare richiesta del beneficio nel limite massimo di 2 posizioni attivate a tempo indeterminato per ciascuna borsa di dottorato finanziata.

I beneficiari dell’incentivo

Ma quali sono i parametri che consentono ai ricercatori di entrare in azienda con gli annessi incentivi all’assunzione? Sono tre le condizioni per attivare l’esonero contributivo:

  • il possesso del titolo di dottore di ricerca
  • la presenza, anche in passato, di un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con scopo di ricerca
  • la presenza, anche in passato, di contratti di lavoro a tempo determinato per attività di didattica integrativa

Come detto, l’incentivo all’assunzione di ricercatori non è ancora operativo. Occorreranno, infatti, i decreti interministeriali del ministero dell’Università e della Ricerca, e del ministero dell’Economia. Oltre, ovviamente, alle circolari applicative INPS.

E i vantaggi per le aziende che assumono ricercatori

La seconda motivazione che ha portato il Governo a prevedere determinati incentivi per l’assunzione di ricercatori è che, proprio per questa specifica categoria di professionisti, non esistono molte politiche attive del lavoro.

Il risultato? È che:

  • solo una persona su 1.000 in Italia inizia percorsi di studio per diventare ricercatori
  • il 20% dei ricercatori italiani va via dal nostro Paese per trovare lavoro
  • i ricercatori hanno davanti al loro cammino professionali un periodo di precariato difficilmente quantificabile.

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