Nel webinar organizzato da Time Vision intitolato “Quiet quitting: le strategie per prevenire il fenomeno” è intervenuto anche Antonio Tarotto, HR Development & Recruitment Manager presso Piazza Italia. L’esperto di risorse umane ha analizzato il fenomeno del quiet quitting tracciando un bilancio di come questo “problema” stia condizionando la vita dei lavoratori e delle aziende.

Cos’è il quiet quitting?

Il fenomeno dei quiet quitting consiste in un atteggiamento potenzialmente dannoso che può minare la produttività e il benessere dei dipendenti. Possiamo anche definirlo come “rassegnazione silenziosa”. Questo comportamento è un fenomeno in cui i dipendenti, pur rimanendo fisicamente presenti sul posto di lavoro, perdono gradualmente l’entusiasmo e l’impegno nei confronti delle proprie responsabilità.

E’ un atteggiamento non sempre evidente che si manifesta attraverso segnali di dimunizione della partecipazione in azienda, mancanza di iniziative e comunicazione ridotta.

Le cause di questo comportamento sono:

  • Mancanza di riconoscimento: i dipendenti che si sentono poco valorizzati tendono a perdere gradualmente la motivazione.
  • Scarso coinvolgimento: accade quando i lavoratori si sentono distanti dalle decisioni aziendali o vengono poco coinvolti.
  • Mancanza di sviluppo professionale: si verifica in assenza di opportunità di crescita professionale che genera stagnazione.
  • Cattiva gestione: caratterizzata da una comunicazione scarsa con obiettivi irraggiungibili.

Le parole di Antonio Tarotto

L’idea di Antonio Tarotto, HR Development & Recruitment Manager presso Piazza Italia è chiara:

“Le aziende questo fenomeno lo subiscono e stanno imparando a gestirlo. E’ un fenomeno sempre esistito e oggi assume una connotazione sociale. Quiet quitting inteso come fare il minimo indispensabile in azienda. Le persone hanno deciso, dopo il Covid, di non intendere il lavoro come unica priorità. Il lavoro è importante ma non è tutto. Per il dipendente oggi conta più il tempo di “libertà” fuori orario lavorativo, rispetto alle ore trascorse in aziende. Infatti, le richieste, ai colloqui, sono maggiormente incentrate sul part-time perché il lavoratore vorrebbe più tempo per le proprie cose”.

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Quiet quitting come fenomeno sociale

Continua Antonio Tarotto:

“Le persone non rincorrono più l’aspetto economico, ma si concentrano più sulla serenità a lavoro e fuori. Vivere senza ansie è la loro priorità. E’ cambiato l’approccio al lavoro tra le generazioni, La generazione Z, ad esempio non chiede informazioni sull’aspetto economico, ma domanda come si vive il lavoro all’azienda. Semmai i Millenial sono ancora focalizzati sull’aspetto prettamente economico”.

Le aziende possono affrontare questo fenomeno attraverso:

  • Comunicazione aperta: team leader sempre disponibili all’ascolto dei feedback dei dipendenti.
  • Riconoscimento e apprezzamento: premiare feedback positivi dando ascolto ai lavoratori.
  • Sviluppo professionale: offrire una crescita costante e continua.
  • Valutazione continua: aziende dovrebbero sempre monitorare e cercare casi di quiet quitting per cercare di affrontare il problema.

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