Terminato l’incontro conoscitivo con il recruiter, comincia la fase in cui non c’è molto da fare, oltre che aspettare la comunicazione dell’esito. Per alcuni questo intervallo si caratterizza da una forte componente di ansia. Spesso infatti questo contesto si carica di speranze e aspettative, e si temono dunque scottanti delusioni. A volte, avere una pessima risposta subito è meglio che non averne nessuna per diversi giorni, se non addirittura settimane. Tuttavia, anche il modo in cui si gestisce questo step del processo di candidatura è determinante per chi valuta. Inoltre, a prescindere dal risultato, rappresenta un’opportunità di crescita personale o agire strategicamente. Oggi quindi parleremo di come affrontare l’attesa dopo colloquio e quale atteggiamento adottare.

Il riscontro a caldo

A volte, ma non sempre, per evitare il tedio dell’attesa dopo colloquio c’è la possibilità di chiedere un riscontro a caldo. Ovviamente non è semplice come dire “allora sono assunto?”. Un primo sistema per farsi un’idea preliminare è domandare quali aspetti del proprio profilo risultano più interessanti ai fini della posizione da ricoprire. In questo modo il selezionatore non si sbottona troppo, però fornisce già qualche indizio.

Il secondo sistema, non è certo risolutivo, però aiuta a definire almeno i limiti cronologici entro cui è normale restare in “silenzio radio”. Questa informazione di solito la dà l’azienda stessa, se però ciò non accade, si può sollecitarla. In pratica al termine della conversazione, c’è chi pronuncia le parole “se non riceve un feedback entro 2 settimane, vuol dire che il processo di selezione è andato avanti”. Quindi dopo 15 giorni sai già che per questa volta non è andata e che puoi riprendere la ricerca di lavoro. In verità sarebbe meglio che tu non la interrompa mai del tutto.

Consigli per affrontare l’attesa dopo colloquio

Ok è chiaro che bisogna aspettare, però come farlo nel modo più funzionale? Ecco allora i nostri immancabili consigli su come affrontare l’attesa dopo colloquio.

Valuta il tempo in modo reale. La “sabbia nella clessidra”  scorre più lentamente per te, questo è normale. Considera dunque che ci sono molti altre persone da valutare. Potresti essere contattato anche per un secondo o per un terzo incontro, proprio per la mole inaspettata di candidature.

Non avere paura di richiamare. Il follow up dopo un colloquio non è certo un reato. L’importante però è farlo nel modo adeguato. Ricontattare l’azienda dopo alcuni giorni, è un segno di interesse. Dimostra infatti che si è motivati, disponibili e pronti a iniziare la nuova esperienza.

Usa l’astuzia. C’è un escamotage furbo e discreto per ingannare l’attesa dopo colloquio, è la lettera di ringraziamento. In pratica dopo alcuni giorni scrivi al recruiter in cui esprimi riconoscenza per l’opportunità ricevuta . Non cercare di accattivarti la sua simpatia, sii sincero e misurato. Sarà un modo delicato per fare buona impressione e anche per coltivare eventuali contatti.

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