In ogni epoca il progresso coincide con cambiamenti sociali e pure occupazionali. Molti mestieri non esistono più, però tanti altri nascono proprio dall’evoluzione tecnologica e negli ultimi anni grazie alle risorse digitali. Per questo motivo argomenti come intelligenza artificiale e lavoro sono strettamente collegati. Nel dettaglio, stabilire se l’IA rappresenta un reale minaccia per diversi settori e professioni, alimenta il dibattito sotto il profilo scientifico, economico e perfino filosofico. Cerchiamo di mettere in ordine le idee e di valutare pro e contro di questa innegabile realtà.

Pericoli e potenzialità dell’IA

Intelligenza artificiale e lavoro sono elementi di un’equazione che al momento è in equilibrio. Da una parte infatti i software evoluti e le risorse di machine learning offrono enormi opportunità di sviluppo alle aziende. Gli aspetti maggiormente interessati sono la produttività  la competitività. L’esigenza di comprendere e usare bene questa tecnologia crea anche domanda di professionisti formati con queste competenze.

Allo stesso tempo tuttavia si teme lo scenario tipico da film o romanzo in cui l’essere umano crea “il mostro” che poi non riesce a controllare. Emblematico è l’episodio avvenuto a maggio 2023 in America. Migliaia di sceneggiatori di film e serie tv sono entrati in sciopero per via dell’ipotesi di sostituire la mano, anzi la penna dell’uomo, con quella della famosa ChatGpt. IA e Industria dell’intrattenimento, Intelligenza artificiale e lavoro, ecco che i due temi tornano a toccarsi. Sono molti altri i settori e i mestieri che “rischiano il posto”. La lista inoltre cresce ogni giorno di più perché quotidianamente emergono nuove applicazioni.

La chiave è l’alleanza tra intelligenza artificiale e lavoro

Come spesso accade, la soluzione si nasconde nella via di mezzo. In pratica per mettere d’accordo intelligenza artificiale a lavoro, la chiave è la collaborazione, non la competizione. Inoltre non è escluso che si tratti di un falso allarme, o che la situazione sia meno drammatica di come la si dipinge. Altri mestieri sembravano destinati a sparire da tempo, come quello del giornalista.

E invece resistono e anzi, specialmente durante la pandemia “il reporter”, è stato uno dei protagonisti, per raccontare e spiegare l’emergenza in periodo di lockdown. Lo stesso vale per il ruolo assunto dalle professioni dell’informazione nella guerra in Ucraina. Quindi come migliorare il rapporto causa/effetto tra intelligenza artificiale e lavoro? La risposta è scongiurare la sostituzione delle persone con l’IA, favorendo invece la trasformazione delle professioni. In sostanza la via d’uscita è l’integrazione delle macchine, nelle attività dell’uomo, laddove sia possibile.

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