Il mondo delle realtà produttive giovani, in fase di sviluppo, continua ad avanzare senza sosta. Lo conferma il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che registra un incremento delle loro “nascite” di oltre 700 unità dal 2021 al 2022. Perfino nell’anno precedente c’è stato un aumento del 17%. In pratica si tratta del comparto più resiliente durante la Pandemia. Di pari passo sono dunque sempre più i professionisti che scelgono di lavorare in una start up anziché in un’azienda già consolidata. Analizziamo i pro e i contro per prendere una decisione più consapevole.

Spunti di riflessione

Perché lavorare in una start up? Le ragioni sono molte, come il carattere dinamico e innovativo e il raggiungimento di ottimi traguardi dal punto di vista della sostenibilità, dell’inclusione e della parità di genere. Tuttavia, come sempre accade, c’è sempre un rovescio della medaglia e oltre alle luci ci sono pure le ombre. Tutte le aziende mature prima erano delle start up e vieceversa. L’espansione è quasi sempre l’elemento distintivo delle giovane imprese. Però così come anche una “corporate” ha successo e progredisce, pure una “neonata” può incontrare difficoltà e fallire. Anzi, in moltissime circostanze ciò accade entro il primo anno di attività.

Pro e contro del lavorare in una start up

Fatte le dovute premesse, vediamo in concreto i pro e i contri di lavorare in una start up.

Vantaggi. Di solito nelle aziende giovani il team è formato da poche persone, quindi si instaurano relazioni dirette e solide. Una “gerarchia” più semplice permette una maggiore partecipazione ai processi decisionali. C’è dunque più coinvolgimento e senso di appartenenza. Le opportunità di carriera sono migliori, si riesce più facilmente a farsi notare e proporre le proprie idee. Per finire si conta su una formazione continua e sul campo, con mansioni più fluide e notevole flessibilità.

Svantaggi. Lavorare in una start up significa sostenere ritmi a volte stressanti e condividere pure il peso delle responsabilità o di possibili errori. La paga è decisamente più bassa, almeno negli step iniziali e c’è una componente di rischio maggiore. Inoltre c’è poco equilibrio tra vita privata e professionale, con poco tempo per altro che non sia il progetto. Bisogna essere molto versatili perché si cambia di continuo e queste logiche non sono adatte a chi cerca sicurezza e stabilità.

Questo è il quadro onesto e schietto, ora sta a te valutare in base ai tuoi obiettivi e necessità.

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