C’è anche un passaggio sugli Aiuti di Stato da riformare nelle proposte di politica industriale europea del ministero per le Imprese e il Made in Italy. Per consentire al sistema industriale italiano di affrontare la doppia transizione, per il ministero, c’è bisogno di una complessiva riforma dell’assegnazione delle risorse. Ecco i dettagli.

Non solo aiuti di stato, ma riorganizzazione dei fondi

Non solo una disciplina di Aiuti di Stato, dunque. Alle aziende serve una riforma complessiva delle risorse a cui poter attingere per investire e crescere da un punto di vista innovativo.

Per il ministero delle Imprese, accanto a programmazioni valide come:

  • accesso delle imprese ai benefici fiscali
  • semplificazione delle regole sugli aiuti di Stato
  • nuovi indirizzi dei fondi esistenti verso le industrie clean-tech

servono anche altri strumenti finanziari per la aziende che devono rispondere presente alla cosiddetta twin transition. Un esempio? Il Fondo sovrano europeo strumentale al perseguimento della doppia transizione verde e digitale.

La riforma degli aiuti di stato

Per questo, per il ministro Urso, è importante una riforma degli aiuti di Stato, che consenta di garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure. Questa necessità vale soprattutto per i settori produttivi definiti strategici, e cioè:

  • semiconduttori
  • materie prime
  • energia
  • difesa e aerospazio
  • strumenti bio
  • alta tecnologia

Sono questi i settori su cui si costruisce maggiormente la “concorrenza” positiva tra i Paesi dell’unione. Concorrenza che deve essere guidata da una equa distribuzione delle risorse e degli Aiuti di Stato.

Verso una nuova politica industriale europea

Ma sono altri tre i punti del piano di politica industriale europea del ministero per le Imprese. Non solo aiuti di Stato, insomma, ma anche:

  • la realizzazione di un pacchetto sull’industria, fatto di fondi e riforme europee
  • l’accesso al credito a condizioni paritetiche, da utilizzare a beneficio delle imprese e quindi dell’occupazione nei settori chiave dell’economia
  • e la definizione dei settori da supportare e le modalità di finanziamento, funzionamento e le tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo.

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