L’occupazione femminile ha bisogno di politiche del lavoro attente

Dopo la crisi pandemica è la guerra in Ucraina a mettere ko l’occupazione femminile. Donne e autonomi le categorie che maggiormente pagano il prezzo di quanto sta accadendo a due passi dal nostro paese. A confermare il dato sono le indagini che di volta in volta vengono eseguite. Se per il mese di giugno il mondo del lavoro registra 560 mila assunzioni poche saranno al femminile. A incidere, infatti, sull’occupazione femminile è senza dubbio l’assenza in molti casi di un vero e proprio welfare aziendale.

Occupazione femminile l’importanza del welfare aziendale

Secondo i dati dell‘Osservatorio Annuale sul Welfare Endenred la sfida che le imprese hanno avanti è proprio quella di favorire l’empowerment femminile con il welfare aziendale. Le donne hanno bisogno di aziende che :

  • facilitino la conciliazione dei tempi di vita-lavoro;
  • di servizi legati al people care;
  • genitorialità;
  • servizio di baby-sitting;
  • assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti.

Misure concrete di welfare possono seriamente aiutare a superare le dinamiche di gender gap che limitano la vita professionale e lavorativa delle donne.

Le lavoratrici apprezzano i fringe benefit

Il welfare aziendale rappresenta uno strumento di crescita per le aziende e per le sue lavoratrici. Alle aziende con gli strumenti normativi esistenti è data la possibilità concreta di offrire ai propri dipendenti non solo formazione e riqualificazione professionale.

È chiaro che il mondo del lavoro è alla prese con un nuovo modo di intendere il lavoro. Il salario resta importante ma ci sono anche i benefit.

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