Sempre più contratti di produttività nel 2023, soprattutto al Sud e tra le piccole e medie imprese. A dimostrarlo sono i numeri dei contratti depositati al ministero del Lavoro, che dimostrano che i lavoratori coinvolti sono stati circa 3 milioni. Con premi di importo medio intorno ai 1.500 euro. I dettagli.

Il boom dei contratti di produttività nel 2023

Sono 9.306 i contratti di produttività ufficiali depositati presso il ministero del Lavoro, con 5 specifici obiettivi che le aziende avevano fissato:

  • aumento della produttività (7.260 contratti)
  • obiettivi di redditività (5.489 contratti)
  • qualità produttiva (4.834)
  • piano di partecipazione (1.052)
  • welfare aziendale (5.564)

La distribuzione geografica e di settore

Il report del ministero del Lavoro analizza anche la distribuzione geografica dei contratti di produttività depositati nel 2023:

  • al Nord il 71% del totale
  • il 18% al Centro
  • e l’11% al Sud

Per quanto riguarda i settori produttivi, invece, la statistica è la seguente:

  • Servizi 60% dei contratti
  • Industria 39%
  • Agricoltura 1%

L’ammontare del beneficio per aziende e lavoratori

Lo stop dei contratti di produttività per il biennio 2020-2021 è stato legato fondamentalmente al periodo pandemico e alla conseguente crisi che tutto il settore produttivo aveva vissuto.

Dal 2022 la misura è tornata, infatti, ad essere utilizzata, fino ad arrivare al boom registrato tutto il 2023 e, soprattutto, l’ultimo bimestre. Ma quali sono i benefici per le aziende che attivano i contratti e per i lavoratori che ne beneficiano?

Per quanto riguarda i benefici, la legge di Bilancio per il 2023 ha previsto una riduzione della tassazione dei premi di produttività dal 10% precedente al 5%. Questa riduzione si può applicare solo per i lavoratori con redditi fino a 8.000 euro e per un valore massimo di 3.000 euro di premio.

Per quanto riguarda, invece, i lavoratori che ne beneficiano, sempre la Legge di Bilancio ha confermato la possibilità del lavoratore stesso di convertire il premio di risultato ammesso a detassazione (in tutto o in parte) in prestazioni di welfare aziendale. 

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