Anche per il 2023 alle imprese è mancato l’approccio strategico agli attacchi Cyber

Il Cyber Index delle PMI ci dice che anche in questo 2023 che sta per finire alle imprese è mancato l’approccio strategico per difendersi dai pirati. Leggendo il Rapporto, che ha coinvolto oltre 700 imprese, le noste PMI  raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 51 su 100.

Il 45% delle PMI intervistate riconosce il rischio cyber, ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e la capacità di valutare il rischio cyber e di mitigarlo. 

Il 55% è poco consapevole, il 20%  si ferma a livello “principiante”.

Cyber Index PMI, cosa indica?

Il Cyber Index PMI  è il rapporto che fotografa lo stato di consapevolezza sulla cyber security tra le PMI Nato dall’accordo tra Confindustria, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Generali è sviluppato con il contributo dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano.

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Come  le aziende possono superare il gap in cybersicurezza?

Acquistare consapevolezza sui rischi che un’azienda può correre se vittima di reati informatici è il primo passo da compiere, seguito da un approccio strategico al rischio connesso. Nulla in questo settore può essere lasciato all’improvvisazione. La sicurezza contro gli attacchi da parte dei pirati informatici spesso, seppur se ne legge tanto, rappresenta ancora un problema sottovalutato.  Eppure dal 2018 ad oggi è stata rilevata una crescita degli attacchi pari al 60%. La sicurezza informatica è una necessità primaria per le aziende. La sfida sta nella formazione e nel potenziamento di personale e strutture. Dedicare ore alla formazione per accrescere le competenze digitali è la scelta da fare affinchè gli attacchi informatici non rappresentino più un problema insormontabile. Esperti in cybersecurity, data scientist, responsabili e-commerce, responsabili digital marketing rappresentano le figure con competenze digitali più richieste.

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