Arriva il voto definitivo del Governo per il Decreto Lavoro. Cambiano molte cose per quanto riguarda l’oramai ex reddito di cittadinanza, ma cambiano alcune cose anche per le aziende interessate a nuove assunzioni. Ecco i dettagli.

Cosa cambia per il reddito di cittadinanza

Nelle ultime settimane sono circolati tanti nuovi nomi e sigle per l’ex reddito di cittadinanza, tutti legati alle bozze di Decreto Lavoro. Con l’ufficializzazione del testo da parte del Governo, si è arrivati alla versione definitiva. Il sussidio di chiamerà Assegno di inclusione sociale e lavorativa.

La riforma del reddito di cittadinanza nel Decreto Lavoro

L’assegno di inclusione sociale e lavorativa, previsto dal Decreto Lavoro, sarà operativo dal primo gennaio 2024. Si tratta di una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari, italiani o stranieri regolari, che comprendano:

  • una persona con disabilità
  • un minorenne
  • o un ultra-sessantenne 

Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’IRPEF, sarà erogato dall’INPS attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione.

La misura per gli occupabili

Per gli occupabili, invece, il beneficio scatterà ugualmente, ma decadrà nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente:

  • a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
  • a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.

Cosa cambia per le aziende nel Decreto Lavoro

Sul versante delle aziende, il Decreto Lavoro prevede particolari incentivi all’assunzione, sia in caso di percettori dell’ex reddito di cittadinanza che per i giovani iscritti al programma Garanzia Giovani.

Nel primo caso, il beneficio previsto è di natura contributiva e sarà:

  • del 100% per due anni, fino a un massimo di 8mila euro l’anno per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato
  • e del 50%, per un massimo di 4 mila euro l’anno per i contratti stagionali o tempo determinato.

Nel secondo caso, per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60 per cento della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”.

L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100 per cento, per un periodo massimo di trentasei mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente.

Utilizziamo i cookie per garantirti la migliore esperienza