Donne e lavoro: un binomio che potrebbe sembrare inutile da accostare. Ma che, invece, si traduce, ancora nel 2023, in tante differenze e gap da colmare. L’iter che accompagna le donne nel mondo del lavoro è, purtroppo, ancora costellato di incertezze, ritardi e percorsi non sempre lineari.

Si parte dalla formazione

Non solo donne e lavoro: il gap tra uomini e donne nei percorsi di costruzione della propria carriera inizia già dalla formazione. O meglio, dai percorsi di alta formazione. A parità di accesso ai diversi percorsi di studi, l’osservatorio Almalaurea sull’occupabilità dei neolaureati conferma che le donne:

  • concludono gli studi nei tempi giusti e nelle modalità corrette nel 60,2% dei casi
  • hanno un voto di laurea più alto degli uomini (media 103,9)
  • ma hanno possibilità di laurearsi in discipline STEM inferiori del 69% rispetto agli uomini

Il tasso di occupazione registra percentuali a vantaggio degli uomini: tra i laureati di primo livello a cinque anni dal titolo è pari all’86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini; tra quelli di secondo livello è pari rispettivamente a 85,2% e 91,2%. La pandemia da Covid-19 ha poi tendenzialmente ampliato i differenziali di genere, soprattutto in termini di tasso di occupazione. Inoltre, a cinque anni dal titolo, in presenza di figli il divario di genere si amplifica ulteriormente.

Donne e lavoro: cosa c’è che non va

Stando alle indagini Almalaurea, poi, in termini retributivi si conferma il vantaggio a favore degli uomini. In particolare, a cinque anni dalla laurea, gli uomini percepiscono, in media, circa il 20% in più: tra i laureati di primo livello 1.374 euro per le donne e 1.651 euro per gli uomini; tra quelli di secondo livello rispettivamente 1.438 euro e 1.713 euro.

L’analisi della professione svolta a cinque anni dalla laurea mostra che sono soprattutto gli uomini a occupare professioni di alto livello, ossia di tipo imprenditoriale o dirigenziale (2,2% tra le donne e 3,9% tra gli uomini) e a elevata specializzazione, ossia per cui è richiesta almeno una laurea di secondo livello (61,7% tra le donne e 63,6% tra gli uomini).

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