In attesa dei decreti attuativi che detteranno i modi e i tempi, in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto di istituzione del Piano Nuove Competenze. Ecco gli elementi essenziali.

I destinatari e le relative misure

Sono 3 le categorie di destinatari del Piano Nuove Competenze:

  • i giovani e giovanissimi, per i quali è prevista una revisione profonda della formazione modello sistema duale
  • i disoccupati, a cui invece è rivolto il programma GOL, ossia la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori
  • e le persone con un’occupazione che rientrano nei programmi formativi aziendali di re-skilling e up-skilling. Qui, ovviamente, interviene l’annualità 2022 del Fondo Nuove Competenze.

I 7 obiettivi del Piano Nuove Competenze

Sono 7 gli obiettivi del Piano Nuove Competenze da raggiungere entro il 2024. È proprio questo l’arco temporale entro cui le competenze degli italiani dovranno raggiungere i livelli europei.

1. Livelli essenziali delle prestazioni nel Piano Nuove Competenze

Come detto in premessa, l’Europa ha dettato dei livelli standard differenti rispetto a quelli riscontrati in Italia. Sia la qualificazione in entrata degli aspiranti lavoratori, ad esempio, che la riqualificazione dei dipendenti delle aziende deve avvenire in una cornice di competenze di grado superiore rispetto a quelli attuali.

2. Personalizzazione degli interventi

La formazione nel Piano Nuove Competenze sarà ancora più personalizzata. Si parte, infatti:

  • dall’analisi delle competenze di base pregresse di ciascuno
  • fino ad arrivare alle competenze che, invece, chiedono le aziende

In questo percorso, ovviamente, si vanno a incastrare anche altri fattori come l’età, l’esperienza lavorativa e la facilità di ricollocare la persona nel mondo del lavoro.

3. Spendibilità dei risultati di apprendimento nei mercati del lavoro locali e nazionali.

Questo punto è legato al precedente, perché compito della formazione inserita nel Piano Nuove Competenze è quello di rendere la collocazione lavorativa più facile possibile.

4. Integrare le politiche della formazione con le politiche attive del lavoro

La qualificazione delle competenze diventa l’elemento centrale per l’inserimento delle persone nel mondo del lavoro.

5. Coinvolgere direttamente le imprese e il territorio per progredire verso la transizione duale

In questo caso, l’obiettivo è la creazione di strategie di coinvolgimento degli
operatori economici locali affinché il sistema delle imprese e le istituzioni formative
sviluppino stabili linee di cooperazione organica.

6. Coniugare prossimità e qualità dell’offerta formativa

In questo specifico obiettivo entrano in gioco gli enti di formazione e la necessità del rafforzamento delle relazioni di cooperazione a livello territoriale e settoriale. In sintesi: i migliori servizi alle persone, ma con un elevato standard di qualità.

7. Il Piano Nuove Competenze come leva di innovazione

Formare nuove competenze non vuol dire solo tenere l’occupazione ed evitare che i giovani si trovino senza lavoro. Il Piano Nuove Competenze serve anche come linea guida per l‘innovazione delle aziende. Soltanto attraverso una periodica strutturazione delle competenze dei lavoratori, infatti, le aziende trovano il personale adatto a compiere il cammino verso l’innovazione.

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