In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto attuativo del Piano Nuove Competenze. Il decreto, in allegato, ha l’intera descrizione del Piano. Un documento di oltre 40 pagine in cui il Governo descrive gli elementi salienti della nuova misura. Vediamoli. 

Il target del Piano Nuove Competenze

Si parte dal target del Piano Nuove Competenze, o meglio dai target di riferimento. Ogni target individuato avrà un programma specifico per il potenziamento delle loro competenze e, di conseguenza, le proprie risorse.

Sono tre i target individuati:

  • i giovani
  • i disoccupati
  • e i lavoratori

Il Sistema Duale

Per i giovani è prevista la formazione attraverso il Sistema Duale, o meglio verso uno degli obiettivi base del programma: la transizione duale. Nelle intenzioni del Governo, infatti, c’è la necessità di portare automaticamente verso una dimensione duale sia la formazione professionale che il sistema delle imprese. 

In che modo? 

Attraverso una serie di step: 

  • la progressiva standardizzazione delle misure; 
  • l’ampliamento dell’offerta di apprendimento duale su tutto il territorio nazionale anche attraverso maggiori modalità di applicazioni; 
  • il rafforzamento in chiave di filiera dell’offerta formativa duale; 
  • il rafforzamento della propensione delle imprese nell’utilizzo dell’apprendistato duale e della capacità formativa delle imprese stesse. 

Formazione e lavoro: ecco il piano

Il piano di riforma e potenziamento del sistema duale si basa su 9 elementi:

  • una maggiore intesa tra Stato e Regioni per aggiornare il patto tra aziende e scuola nella formazione dei giovani
  • un’offerta formativa regionale della durata di tre anni
  • percorsi di formazione personali, quasi “su misura” dei singoli studenti
  • l’inserimento delle Academy aziendali come partners del sistema duale
  • lo sviluppo delle cosiddette soft skills da inserire nei piani formativi
  • il potenziamento delle rete degli enti di formazione
  • una parziale riforma dell’apprendistato duale, che deve fornire maggiori vantaggi alle aziende

Piano Nuove Competenze: la formazione per i disoccupati

Per i disoccupati, invece, la misura individuata è il nuovo Programma GOL, ossia la garanzia di occupabilità dei lavoratori. 

La formazione prevista dal Programma GOL è rivolta a 3 aree di competenza:

  • area delle competenze tecnico professionali
  • area delle competenze funzionali e di base con particolare riguardo alle competenze digitali
  • area delle competenze trasversali, ricostruite in relazione al/ai profili di occupabilità del singolo beneficiario

Il Fondo Nuove Competenze e la programmazione del 2022

La terza anima del Piano Nuove Competenze è, ovviamente, il Fondo Nuove Competenze nella sua seconda annualità.

Nel 2021, con un tesoretto di 730 milioni di euro, i processi di re-skilling e up-skilling hanno riguardato 350.000 lavoratori, con 50 milioni di ore di formazione e 7.000 aziende che hanno presentato i piani. 

Sono 3 i vantaggi emersi con l’utilizzo del Fondo Nuove Competenze, oltre i benefici di natura economica per le imprese che hanno deciso di aderire:

  • facilitare la messa a regime dei sistemi di attestazione e certificazione dell’apprendimento
  • sostenere il ruolo attivo delle imprese nella definizione dello skill gap e nel conseguente supporto alla progettazione e realizzazione di interventi di upskilling e reskilling in raccordo con le istituzioni formative;
  • e promuovere la personalizzazione degli interventi

Gli obiettivi del Piano Nuove Competenze

Al netto delle misure e dei relativi beneficiari, il Governo ha definito gli obiettivi strategici verso cui tende il Piano Nuove Competenze.

Nello specifico, gli obiettivi del PNC sono 7: 

  • Livelli essenziali delle prestazioni: e cioè il nuovo standard della qualificazione e della ri-qualificazione delle competenze
  • Personalizzazione degli interventi: ogni percorso deve essere calibrato su due fattori e cioè la competenze di ingresso di ogni persona coinvolta e le esigenze di collocazione
  • Spendibilità dei risultati di apprendimento nei mercati del lavoro locali e nazionali: per consentire la migliore collocazione possibile dei candidati
  • Integrare le politiche della formazione con le politiche attive del lavoro
  • Coinvolgere direttamente le imprese e il territorio per progredire verso la transizione duale
  • Coniugare prossimità e qualità dell’offerta formativa
  • Innovazione, sperimentazione, valutazione: è questo un passaggio importante, perché oltre alla necessità di colmare i gap che oggettivamente sono presenti nel background formativo degli italiani, l’obiettivo del Piano Nuove Competenze deve essere anche rivolto ad innovare il capitale umano attraverso forme di sperimentazione.

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