Un elemento centrale per le aziende che intendono aderire al Fondo Nuove Competenze è il piano formativo. Il piano è parte integrante degli accordi di rimodulazione dell’orario di lavoro che le aziende devono presentare entro il prossimo 31 dicembre.

Vediamone i dettagli e le modalità di strutturazione.

Come si presenta un piano formativo

Come detto, le aziende interessate ad aderire al Fondo Nuove Competenze 2023 entro fine mese devono presentare in piattaforma MyAnpal l’accordo di rimodulazione dell’orario di lavoro che deve contenere il piano formativo.

C’è qui un primo discrimine da tenere in considerazione, e cioè l’adesione dell’azienda in questione ad uno o più fondi interprofessionali. Ci sono, infatti, due casi da prendere in considerazione:

  • se l’azienda non è iscritta a nessun fondo
  • o se, invece, l’azienda è iscritta ad un fondo interprofessionale

Nel primo caso, le aziende possono caricare un solo piano formativo in piattaforma e non sarà più possibile inserirne di nuovi. Nel secondo caso, invece, l’azienda può caricare un solo piano formativo associato ad un fondo interprofessionale. Nel caso in cui la stessa azienda sia iscritta a più fondi, può – però – presentarne diversi.

Ovviamente non tutti i fondi interprofessionali “valgono” per la realizzazione del piano. Cosa vuol dire? Che solo i fondi che aderiscono al Fondo Nuove Competenze 2023 possono essere associati ai piani formativi aziendali.

La formazione nel Fondo Nuove Competenze

Una volta comprese le questioni “burocratiche” che rappresentano l’esito di un processo progettuale lungo, occorre specificare alcune cose anche sui contenuti della formazione per il Fondo Nuove Competenze.

Esistono, infatti, molti percorsi di formazione inseriti all’interno del Fondo Nuove Competenze:

  • digital, suddiviso a sua volta tra competenze base e competenze specialistiche
  • green per le skills necessarie alla transizione ecologica
  • corsi finalizzati al raggiungimento di una qualifica

Per tutti i percorsi di potenziamento delle skills in azienda al termine della formazione deve essere rilasciata una certificazione che attesti le competenze in ingresso dei singoli lavoratori e, soprattutto, quelle in uscita. Con quale obiettivo?

L’intensità della formazione delle competenze

Non solo contenuti, ma anche intensità di apprendimento. Le attività formative dovranno, infatti, considerare anche:

  • la valorizzazione del patrimonio di competenze possedute dal lavoratore, anche attraverso servizi di individuazione o validazione delle competenze
  • e la personalizzazione dei percorsi di apprendimento, sulla base delle valutazioni in ingresso

Cosa vuol dire? Che i progetti formativi della nuova annualità FNC dovranno essere ancora più “tailor made”, orientati sì agli obiettivi finali, ma molto centrati sulle conoscenze e le abilità già in possesso dei lavoratori coinvolti.

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