Il 2023 sarà l’anno europeo delle competenze. A dirlo, ad inizio anno, è stata la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. Gli obiettivi per il 2030 legati alle competenze sono piuttosto ambiziosi. Soprattutto perché l’attuale punto di partenza fotografa ancora importanti ritardi. I dettagli.

Il gap di competenze ancora da colmare

Come detto, il punto di partenza su cui costruire la politica economica europea sulle competenze fino al 2030 è ancora preoccupante. E lo dimostrano le statistiche recentemente diffuse da Eurostat, in base alle quali:

  • solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire corsi di formazione
  • quattro cittadini europei su dieci non dispongono delle skills digitali di base
  • e il 77% delle aziende dell’Ue dichiara di avere difficoltà a trovare lavoratori con le skills necessarie

Gli obiettivi europei per il 2030

Una volta fotografata la realtà attuale, più specificatamente del 2022, lo step successivo dell’Unione Europea sono stati gli obiettivi da raggiungere nei prossimi 7 anni. Obiettivi ambiziosi, perchè:

  • almeno il 60% degli adulti dovrà partecipare ogni anno ad attività di formazione, per raggiungere un tasso di occupazione di almeno il 78%.
  • almeno l’80% degli adulti dovrà possedere le competenze digitali di base
  • dovranno essere occupati non meno di 20 milioni di specialisti nell’Ict.

FNC: lo strumento principale per le skills

Sul territorio italiano, la risposta “strumentale” più vicina alle richieste europee è il Fondo Nuove Competenze. Che, proprio per l’annualità 2023, ha potenziato la propria offerta formativa, aggiungendo all’asset digital anche quello green sulla sostenibilità aziendale.

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