La certificazione della parità di genere in azienda è diventata una reale occasione per gli imprenditori per ottenere sgravi e agevolazioni su bandi e politiche del lavoro. Il ministero delle Pari Opportunità ha ufficializzato il decreto con i parametri a cui le aziende devono attenersi per ottenere la certificazione.

I parametri introdotti dal decreto

Il decreto ministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ad inizio mese, ufficializza i parametri a cui le aziende devono attenersi per ottenere la certificazione di parità di genere.

Le aree di intervento aziendale su cui costruire la certificazione di parità sono, sostanzialmente, sei:

  • gestione delle risorse umane
  • cultura aziendale
  • governance
  • opportunità di inserimento e carriera per le donne
  • equità remunerativa
  • tutela della parità genitoriale

Per ciascuna di queste aree, ogni azienda dovrà attuare specifiche misure che avranno una precisa percentuale nel conteggio totale della certificazione.

La certificazione di parità deve:

  • essere validata da un ente accreditato
  • e, soprattutto, deve essere aggiornata annualmente

Perché é importante l’aggiornamento dei risultati? Perché l’obiettivo del decreto è quello di avviare un percorso, non una tantum, di progressivo miglioramento delle condizioni di vita delle donne in azienda.

Quali sono i benefici per le aziende che certificano la parità di genere?

I benefici previsti, per il momento, riguardano due aspetti parimenti importanti per le aziende:

  • sgravi fiscali, e cioè una serie di misure di premialità per le aziende certificate
  • agevolazioni: si tratta di un meccanismo di qualificazione per l’accesso ai bandi o ai fondi, una specie di ranking in cui le aziende certificate potranno avere una posizione privilegiata

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