Il 2021, nei primi cinque mesi, ha portato 180mila posti di lavoro nuovi di zecca. C’è però un elemento che caratterizza queste possibilità d’occupazione: si tratta di lavori a tempo determinato. A fare la fotografia della situazione è l‘Istat

Le caratteristiche dei nuovi posti di lavoro

Ma quali sono le caratteristiche dei nuovi posti di lavoro nati nel 2021, e quindi in pieno periodo pandemico? Come detto, la maggior parte dei contratti – se non la quasi totalità – ha un termine temporale. Questi contratti di lavoro:

  • riguardano sia gli uomini che le donne
  • sono rivolti a lavoratori di ogni fascia d’età (ad esclusione della fascia 35-49 anni)
  • il tasso di occupazione sale al 57,2% (+0,1 punti)

Il lavoro pre e post pandemia

Nonostante i dati di maggio sui posti di lavoro siano simbolo di un mercato in ripresa, c’è comunque da dire che i livelli pre pandemia sono ancora molto lontani.

Ecco un confronto semplice con i numeri di febbraio 2020:

  • il numero di occupati è ancora inferiore di oltre 700 mila unità
  • il tasso di occupazione è sceso di un punto e mezzo percentuale

Arrivano, però, anche delle buone notizie in questi primi cinque mesi del 2021. Accanto alla crescita dell’occupazione, c’è stata anche una parallela diminuzione sia dei disoccupati che degli inattivi.

In un solo mese, infatti, in Italia si sono registrati 36mila persone in meno alla ricerca di un posto di lavoro. Stesso ragionamento anche per gli inattivi, che sono scesi di 30mila unità.

E i giovani? In questo quadro emerso dall’Istat arriva un miglioramento anche per il lavoro degli under 25: nonostante il tasso di disoccupazione giovanile sia ancora altissimo – uno su tre è in cerca di lavoro – c’è stata una piccola riduzione percentuale rispetto ad aprile.

Il lavoro per i giovani in Italia nel contesto Ue

Ma come sta il mercato del lavoro italiano dedicato ai giovani se si paragona alla media europea degli occupati e dei disoccupati?

La zavorra prima occupazione o, più in generale, ricerca del posto di lavoro dopo il termine degli studi, è ancora molto avvertita in Italia, tanto da mettere il nostro Paese negli ultimi posti della classifica Ue.

Più nel dettaglio:

  • la Spagna ha un tasso di disoccupazione giovanile più alto dell’Italia, pari al 36,9%
  • e la Grecia ha il primato assoluto con oltre il 38%
  • mentre la Germania, con il 7% circa, è distante anni luce

Come mai? La risposta è molto semplice: si chiama formazione.

Nel caso della Germania, si chiama formazione duale, un sistema che in Italia si sta cercando di far ripartire.

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