Che si intende con l’espressione “curriculum a prova di intelligenza artificiale?”. Chat bot e tecnologie di machine learning, oggi sono parte integrante nei processi di selezione delle risorse umane. Per fortuna sono sempre ancora le persone che assumono le persone. Tuttavia, spesso risulta complesso visionare tante candidature e in poco tempo. Quindi si ricorre ad algoritmi che semplificano e accelerano il lavoro. Questo vale principalmente nelle fasi di smistamento, riducendo la quantità e puntando sulla  qualità.

Però, almeno per ora, una macchina resta pur sempre una macchina, e a volte manifesta i limiti di un progresso ancora in corso. A volte il risultato è dunque essere scartati da un software, prima ancora che la propria candidatura arrivi a un recruiter in carne e ossa. Esiste quindi un “sistema per evitare questo bug di sistema”? Assolutamente si. In questo articolo ti daremo qualche dritta scrivere appunto un curriculum a prova di intelligenza artificiale.

Trucchi per “hackerare” l’IA ma con prudenza

I più comuni programmi usati negli step preliminari di recruiting sono gli ATS (Applicant Tracking System). In pratica sono sistemi di gestione automatizzata con specifici parametri preordinati. Le candidature con caratteristiche “difformi” da quelle impostate, risultano dunque inadeguati. Il problema quindi è perdere veri e propri talenti, scartati per vizi di forma e non di sostanza. Un curriculum a prova di intelligenza artificiale deve quindi tenerne conto

Ad esempio gli ATS cestinano spesso cv con “buchi di impiego” superiori a 6 mesi. Inoltre hanno maggiore predilezione per i candidati maschi, penalizzando le donne, specialmente nel settore Tech. Esiste però un trucco per hackerare i software e creare dunque un curriculum a prova di intelligenza artifciale. Si tratta del White Fonting. In sostanza si scrivono termini rilevanti, usando caratteri bianchi che si confondono con lo sfondo. Queste keyword fantasma vengono lette solo dai “robot”, come una sorta di messaggio subliminale. Tuttavia, alcune applicazioni cambiano il colore dei font e rivelano i caratteri occulti. Il risultato è essere eliminati, non perché immeritevoli ma semplicemente per aver imbrogliato.

Regole per un curriculum a prova di intelligenza artificiale

Quali strategie allora usare per un vero curriculum a prova di intelligenza artificiale? Eccole qui.

Parole chiave nel cv. La scrittura SEO è fondamentale anche nell’impostazione della propria presentazione. Nel testo devono essere presenti le parole attinenti alla job description. In questo modo l’IA considererà la candidatura perfettamente coerente e in linea con le richieste.

Caratteri standard e niente immagini. Al software piacciono alcuni font più di altri e non amano grafici o altra risorsa. I migliori sono Aria e Verdana. Meglio poi evitare tabelle, colonne e altro.

Geolocalizzazione. Se la città di nascita è Napoli ma la sede dell’azienda che assume è Milano, è meglio specificare che si è disposti al trasferimento. Un curriculum a prova di intelligenza artificiale deve tenere conto che l’algoritmo scarta subito una risorsa che si trova distante dal luogo di lavoro.

Utilizziamo i cookie per garantirti la migliore esperienza