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Nelle scorse settimane, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva chiesto alla Commissione europea una proroga della misura “Decontribuzione Sud”. Richiesta accettata da parte dell’Europa con dilatazione del periodo per la fruizione degli incentivi fino al 30 giugno 2024.
La misura Decontribuzione Sud: cos’è
La misura Decontribuzione Sud è un regime agevolativo italiano approvato dalla Commissione europea verso le aziende private del Meridione. Tale contributo è pensato per aiutare le imprese nel ridurre il costo del lavoro e mantenere elevato il livello di occupazione.
Questa misura contempla lo sgravio dei contributi previdenziali pari al 30% fino al 2026; al 20% nel 2027 e al 10% nel 2029. Incentivi rivolti ai datori di lavoro con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Esclusi i datori di lavoro di imprese dei settori agricoli e domestici.
Come si richiede l’esonero contributivo
I datori di lavoro possono richiedere l’agevolazione Decontribuzione Sud mediante le denunce retributive e contributive mensili secondo tre linee guida dell’Inps: la Circolare del 22 febbraio 2021; il Messaggio del 31 marzo 2021; il Messaggio del 26 gennaio 2022.
L’esonero è partito dal 1 gennaio 2021 e dal 1 luglio 2022 si è esteso fino al 31 dicembre 2029 con istruzioni fornite dalla Commissione europea. Tra le norme di riferimento compare anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
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Le imprese possono beneficiare della proroga della misura fino al 30 giugno per avere sgravi contributivi, facilitare le assunzioni e contribuire alla crescita economica delle regioni meridionali. Infatti, grazie agli incentivi, le aziende del Sud possono avvalersi di talenti locali evitando la loro fuga verso altre regioni o all’estero.
Inoltre, il potenziamento delle assunzioni al Sud può sedimentare il rapporto tra impresa e territorio. Questo aspetto favorire anche quel concetto di “brand identity” dei datori di lavoro presenti nel Sud Italia.