Arrivano nuove indicazioni dall’Inps sulla gestione dell’accesso alla Naspi in questa fase di emergenza. Con il blocco dei licenziamenti collettivi e individuali per giusta causa, infatti, per accedere alla Naspi le regole sono differenti. Vediamole.

Naspi e blocco dei licenziamenti: come fare?  

Come si procede, dunque, per l’accesso alla Naspi con l’attuale blocco dei licenziamenti?

A dirlo è l’Inps in un messaggio del primo dicembre scorso che, in pratica, sottolinea che tutte le misure anti licenziamento previste in questo momento storico

non trovano applicazione nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale – stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale – avente ad oggetto un incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono al predetto accordo, operando quindi di fatto una risoluzione consensuale

C’è bisogno, quindi, di un accordo collettivo tra il lavoratore (o i lavoratori), i sindacati e l’azienda stessa per consentire di accedere alla Naspi. Cosa vuol dire questo? Che anche con il blocco dei licenziamenti se ci sono accordi tra le parti, è possibile per i lavoratori ottenere il sussidio di disoccupazione.

I blocchi ancora esistenti

Le ultime disposizioni del Governo hanno in parte circoscritto i settori produttivi in cui vige ancora il divieto di licenziamento. Per quali comparti varrà ancora il divieto fino al 31 dicembre?

I casi ancora ammessi sono i seguenti:

  • tutti i datori di lavoro privati che hanno fatto accesso alla cassa integrazione straordinaria
  • il settore tessile e dell’abbigliamento
  • per i grandi gruppi con più di 1.000 dipendenti che hanno avuto accesso all’integrazione salariale Covid
  • i comparti del turismo, cultura e spettacolo, stabilimenti termali e commercio.

Sai che esiste, invece, un incentivo per le aziende che assumono percettori di Naspi? Per saperne di più, clicca qui.

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