Reddito di cittadinanza: cambia tutto. Non più Mia – Misura di Inclusione Attiva – ma tre sussidi diversi, sia per importo che per obiettivo. La nuova bozza di riforma della misura prevede infatti:

  • la GIL, ossia la Garanzia per l’Inclusione
  • la GAL, la Garanzia per l’Attivazione Lavorativa
  • e la PAL, la Prestazione di accompagnamento al lavoro

Vediamo nel dettaglio la differenza tra i tre sussidi.

Dal reddito di cittadinanza alla Garanzia per l’inclusione

Partiamo dalla GIL, ossia la garanzia per l’inclusione che sostituirà il reddito di cittadinanza inteso come sussidio economico alle famiglie in difficoltà.

La Garanzia per l’inclusione:

  • avrà un importo mensile di 500 euro, fino al tetto massimo di 6.000 euro l’anno
  • sarà integrato fino a 3.360 euro (280 euro al mese) come contributo affitto
  • avrà una durata di 18 mesi e dopo un mese di stop può ripartire per altri 12.

Per quali nuclei familiari ci sarà il passaggio da reddito di cittadinanza a Garanzia per l’inclusione? Le caratteristiche restano simili a quelle individuate per l’Rdc, e cioè:

  • nuclei familiari al cui interno vi sia almeno un disabile
  • un minore
  •  un soggetto con almeno 60 anni di età
  • o una persona a cui è stata riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile

La GAL e la PAL: le caratteristiche

Diverso il discorso per quanto riguarda il passaggio da reddito di cittadinanza a GAL e PAL.

Per la Garanzia per l’Attivazione Lavorativa, sarà riconosciuta a soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un valore Isee non superiore a 6mila euro. E che non hanno nessuno dei requisiti familiari previsti dalla GIL. In questo caso, il sussidio è di 350 euro al mese.

Stesso importo ma con obiettivi diversi riguarderà la PAL. La Prestazione di Accompagnamento al Lavoro sarà erogata agli ex beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva. La PAL potrà essere richiesta dal prossimo 1° settembre.

Gli incentivi per le aziende che assumono ex percettori di reddito di cittadinanza

La bozza di riforma della misura contiene anche questo aspetto, ossia l’entità e la natura degli incentivi per le aziende che assumeranno gli ex percettori di reddito di cittadinanza.

Il beneficio previsto è di natura contributiva e sarà:

  • del 100% per due anni, fino a un massimo di 8mila euro l’anno per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato
  • e del 50%, per un massimo di 4 mila euro l’anno per i contratti stagionali o tempo determinato.
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