Rdc verso la riforma: oramai è certezza. Con le modifiche previste dal Governo, l’impatto economico della misura si ridurrà quasi di 1 miliardo di euro. La prima riduzione avverrà nel 2023, con un taglio di oltre 200 milioni di euro. Dal 2024, poi, il reddito di cittadinanza sarà poi del tutto cancellato, e sostituito con un’altra misura di sostegno al reddito. Ecco cosa cambierà nel 2023.
La riforma del reddito di cittadinanza nel 2023
La prima cosa che cambierà nel 2023 per l’rdc è la durata: il sussidio, infatti, passerà dagli attuali 8 mesi alla nuova durata di sette mesi.
Chi percepirà questa versione “ridotta” del reddito di cittadinanza dovrà assolvere a degli obblighi:
- l’iscrizione e la frequenza ad un corso di studi che completi l’obbligo di istruzione
- la partecipazione a percorsi di formazione che rilascino una qualifica triennale
Quando decade il sussidio e gli sgravi per le aziende che assumono percettori di Rdc
Il sussidio del reddito di cittadinanza non è più considerato un sostegno a vita, nemmeno nei 7 mesi confermati nella riforma per il 2023. Il beneficio, infatti, decade nel momento in cui i destinatari rifiutano la prima offerta di lavoro definita congrua.
Ma cosa succede per le aziende che, invece, decidono di assumere nel 2023 i beneficiari dell’rdc? Anche per l’anno che verrà, sono previsti sgravi per le assunzioni di questa particolare tipologia di persone.
Per i datori di lavoro che assumeranno beneficiari del reddito di cittadinanza, infatti, è previsto uno sgravio dei contributi del 100%, come previsto dallo schema in questa pagina.
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