Quando Cambiare Lavoro È Un’Esigenza

Una massima attribuita a Confucio recita “fai ciò che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”. Sarà vero, però il filosofo cinese probabilmente non ha mai dovuto alzarsi ogni mattina per andare in ufficio. In ogni caso, anche chi svolge l’impiego dei propri sogni, prima o poi “si sveglia” e matura il desiderio di cambiare lavoro.

Perché cambiare lavoro: la ragione dietro la decisione

La ragione, o meglio le ragioni dietro alla decisione di cambiare lavoro sono molteplici:

• Non essere più allineati con i valori aziendali o in sintonia con l’ambiente di lavoro
• Desiderio di crescita e di carriera
• Scarsa meritocrazia o valorizzazione delle proprie capacità
• Stipendio inadeguatoBisogno di dedicare più tempo alla famiglia o a sé stessi
• Voglia di mettersi in gioco e di realizzare il proprio sogno nel cassetto

È ovvio che esistono motivazioni di ordine pratico. Tuttavia spesso la scintilla è di tipo emotivo.

La ricerca della felicità

In un’epoca così complessa e incerta, mollare l’impiego sembra quasi un segno di ingratitudine o una mancanza di rispetto per chi lo vorrebbe e non la trova. Eppure arriva il momento in cui cambiare lavoro diventa un’esigenza irrinunciabile, perché più che di ricerca della stabilità si parla di ricerca della felicità. Non a caso una delle figure chiave in ambito aziendale, il Manager delle Risorse Umane, oggi è il principale punto di riferimento per il welfare nelle imprese.

Come capire quando è il momento di cambiare lavoro

Di sicuro anche il “Papa” avrà pensato almeno una volta di cambiare lavoro, però bisogna saper distinguere un periodo “no” da qualcosa di più profondo. Se una giornata storta diventa una settimana, poi un mese e così via, allora è il segnale che le cose non funzionano più. Stress, insoddisfazione e frustrazione hanno un forte impatto psicofisico. Così, arriva il momento in cui un aggiustamento di rotta è necessario per proteggere la qualità della vita.

La pandemia delle grandi dimissioni

Dall’ultimo Global Workplace Report di Gallup, società americana di analisi e consulenza, gli italiani che pensano sia un buon momento per cambiare lavoro sono il 18%. Il dato non sembra poi così significativo se si pensa che tra inglesi, tedeschi e danesi questa percentuale sale rispettivamente al 40%, 53% e 69%. Tuttavia basta guardare la fotografia da un’altra angolazione.

Infatti gli stessi numeri evidenziano come gli italiani che desiderano cambiare lavoro siano passati dall’11% al 18% solo tra il 2021 e il 2022. Inoltre nei primi 3 mesi del 2022, l’INPS ha registrato un aumento di dimissioni del 35% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Il fenomeno delle Grandi Dimissioni, è strettamente legato alla pandemia. Chi ad esempio ha provato la flessibilità dello smart working, non vuole più tornare indietro. In tanti rivalutano le priorità in un’ottica di maggiore equilibrio tra vita privata e professionale.

Paura di cambiare lavoro: 3 consigli per superarla

Cambiare lavoro spaventa perché sconvolge un equilibrio. Esistono però delle strategie per ridurre i rischi e rendere questa transizione meno traumatica.

1. Fare chiarezza. Innanzi tutto occorre capire davvero quali sono le proprie esigenze e prospettive. La decisione è figlia della consapevolezza. Soltanto così le azioni saranno produttive ed efficaci.
2. Valutare e pianificare. Individuare il talento o le competenze da sfruttare è essenziale per reinventarsi e rimettersi sul mercato. Inoltre, per evitare salti nel buio, si può preparare il terreno cominciando a partecipare ad eventi del settore di interesse. Per finire, oggi la rete e i social network sono una straordinaria risorsa per ampliare la propria rete di contatti.
3. Dire “arrivederci e non addio”. L’ansia dell’ignoto si può alleviare. Per cambiare lavoro non serve andare via sbattendo la porta, meglio piuttosto lasciarla socchiusa. Ritornare al vecchio impiego è assolutamente possibile, e anzi non è raro che le aziende sviluppino appositi piani per agevolare il rientro degli ex dipendenti.