Industria 4.0 dal digitale al reale

Nell’anno che sta per finire il tema dell’industria 4.0 è stato al centro del dibattito politico ed economico non solo del nostro paese. Dalla pandemia in poi il processo di sviluppo e innovazione ha subito una forte accelerata rappresentando l’asso nella manica per diverse aziende e cambiando anche la concezione stessa del lavoro. Nuovi termini come big data, open data, cloud computing sono entrati nel vocabolario comune e tante azioni sono passate dal virtuale al reale in men che non si dica. Grazie a Industria 4.0 tante aziende hanno avuto la possibilità di :

  • di rimodellare i processi industriali,
  • di sfruttare la leva della digitalizzazione,
  • di essere maggiormente competitive sul mercato

Chi ha investito di più

E’ il settore della manifattura seguito da quello dei servizi ad aver creduto principalmente in questo tipo di investimento tanto da averlo reso già operativo.Il Piano ha contribuito alla ripresa del paese stimolando innovazione e digitalizzazione degli impianti produttivi, innescando una sorta di circolo virtuoso.

La crescita della robotica grazie al Piano Industria 4.0

L’Italia è un paese che produce macchinari industriali tra cui la robotica grazie al programma oltre ad ammodernare l’industria si è potenziato un settore di eccellenza. Con Industria 4.0 le nostre aziende hanno imparato a stare sul mercato e addirittura ad intervenire da remoto.

”Abbiamo imprese – spiega l’economista Marco Fortis- che una volta si diceva non sono capaci di innovare: oggi hanno robot, sistemi digitali, sono in cloud, se vendono una macchina a un cliente argentino, gliela controllano da remoto dall’Italia. È un modo di lavorare che solo noi abbiamo sviluppato a questi livelli. E vuol dire non solo avere fatto Industria 4.O, ma averlo applicato a un sistema che lo ha recepito”

Le Agevolazioni fino alla fine del 2022

In attesa di capire cosa prevede la legge di Bilancio per le aziende interessate ad avviare percorsi di potenziamento delle competenze dei propri dipendenti in chiave digitale si riconosce, nello specifico, un recupero del:

50% delle spese per le piccole imprese (massimo annuale di 300.000€)

40% delle spese per le medie imprese (massimo annuale di 250.000€)

30% delle spese per le grandi imprese (massimo annuale di 250.000€)

Il credito può arrivare a coprire il 60% delle spese ammissibili sostenute nel caso in cui la formazione coinvolga lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati.

CHIEDI UNA CONSULENZA SU MISURA!

Utilizziamo i cookie per garantirti la migliore esperienza