La versione definitiva del PNRR del Governo Draghi ha confermato che il piano Transizione 4.0 è lo strumento di base per aumentare la competitività delle imprese italiane.

Attraverso il corretto utilizzo del piano di digitalizzazione sarà possibile colmare quello che viene definito il gap di “digital intensity” che caratterizza il sistema produttivo italiano.

Piano transizione 4.0: gli obiettivi

Il Pnrr parla chiaro: l’impatto della misura di incentivi del piano transizione 4.0 si calcolerà in relazione al numero di aziende che aderiranno alle misure.

Sono tre i filoni del piano, che ha validità fino alla fine del 2022:

  • acquisto beni materiali e immateriali
  • ricerca e sviluppo
  • formazione 4.0

Quali sono le stime? Stando alle previsioni del Governo nel triennio 2020-2022 si calcola che:

  • il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15 mila imprese ogni anno
  • quello per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10 mila imprese ogni anno.

Formazione 4.0: i vantaggi confermati

Per quanto riguarda lo specifico la Formazione 4.0 poi oltre al credito d’imposta confermato, il Pnrr aggiunge altre misure:

  • percorsi di formazione rivolti esclusivamente ai manager delle pmi
  • training specifici per i lavoratori in cassa integrazione

Scendendo nel dettaglio del primo punto, i percorsi di formazione dei manager avranno tre linee guida:

  • programmi di formazione ad hoc,
  • coinvolgimento delle associazioni di categoria
  • l’utilizzo di modelli di diffusione incentrati su piattaforme digitali

La competitività? Attraverso il piano transizione 4.0 si può

Sono quattro gli obiettivi che vanno proprio in questa direzione: nel garantire maggiore competitività alle aziende che aderiranno al piano Transizione 4.0 anche in un arco temporale relativamente ristretto, e cioè entro il 2022.

Per fare questo occorrerà:

  • favorire la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo attraverso gli investimenti
  • potenziare le connessioni ultraveloci
  • e promuovere lo sviluppo delle imprese italiane anche sui mercati internazionali

Per tutti questi obiettivi e anche per altre missioni, il totale di investimenti è di poco inferiore ai 24 miliardi di euro.

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