Ci sono le competenze digitali alla base della formazione continua e delle politiche attive del lavoro, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che, sia nella nuova edizione del Fondo Nuove Competenze che nel programma GOL, dà una spinta decisiva alla diffusione delle competenze digital tra i lavoratori. Tanto da porre, per il 2026, una scadenza importante sul grado di diffusione di queste specifiche skills.

Gli obiettivi al 2026 per le competenze digitali

Il 2026, quindi, è l’orizzonte temporale entro cui operare una massiva digitalizzazione delle conoscenze dei lavoratori che già hanno un’occupazione, ma anche di chi, ad oggi, è alla ricerca di lavoro.

In realtà, stando alle linee guida del PNRR, entro il 2026 serviranno circa 2,2 milioni di lavoratori con un background di competenze digitali di alto livello. Così come serviranno determinati profili professionali del settore tech, con competenze potenziate rispetto ai livelli attuali.

Le professioni più cercate per la transizione digitali del sistema economico

Sono due i livelli di “eskills” richieste dalle figure professionali che dovranno governare la transizione digitale del sistema economico, così come chiesto dall’Europa.

Ci sono, infatti, figure già esistenti, le cui competenze digitali dovranno essere, ovviamente potenziate e aggiornate. Esempi?

  • analisti e progettisti software
  • ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni
  • tecnici programmatori
  • gestori di rete e di sistemi telematici

Altro discorso, invece, per quanto riguarda le nuove professioni emergenti che, in prima persona, saranno chiamate a gestire e guidare la transizione digitale delle aziende. Si tratta di profili altamente skillati, come, ad esempio:

  • cloud computing specialist
  • big data specialist
  • data scientist
  • esperto di IoT
  • specialista in IA
  • robotics specialist

Il mismatch e come superarlo

C’è, però, un problema evidenziato dal presidente nazionale Unioncamere, Andrea Prete, e cioè quello del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Cosa vuol dire? Che a fronte di fabbisogni dichiarati delle aziende, sul mercato del lavoro non si trovano ancora persone con le competenze digitali richieste.

Sono molti gli strumenti per superare questo problema:

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