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Credito d'imposta formazione 4.0 > Approfondimenti > Formazione 4.0: stop al digital divide
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L’Italia non è un Paese digitale. A rilevarlo è l’indice Desi con cui la Commissione Europea analizza lo stato di familiarità dei singoli Paesi con le tecnologie digitali. Come bloccare il digital divide? La formazione 4.0 può.

L’Italia nel 2020 ha addirittura peggiorato la sua posizione rispetto ai due anni precedenti. Il Bonus Formazione 4.0 rappresenta una leva importante per far uscire il Paese e il sistema imprenditoriale dal digital divide che lo allontana dal resto d’Europa 

L’Italia non sa usare il computer: il digital divide e la formazione 4.0

Nell’indice Desi 2020 (e cioè l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società), l’Italia si colloca al 23esimo posto sui 28 Paesi Ue. Sono meno digitali dello stivale solamente la Grecia, la Romania e la Bulgaria

Sono cinque i parametri usati per la creazione dell’indice:

  • la connettività, ossia la copertura infrastrutturale del territorio
  • il capitale umano, e cioè la formazione in materia
  • l’uso dei servizi internet
  • l’integrazione dei servizi digitali
  • la digitalizzazione dei servizi pubblici

Per il digital divide del capitale umano c’è bisogno di formazione 4.0

Sono i dati del capitale umano che meritano un approfondimento a parte, perché è proprio in questa sezione che l’Italia ottiene l’ultimo posto. Il report della Commissione Europea specifica che: 

l’Italia registra livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi. Anche il numero di specialisti e laureati nel settore TIC è molto al di sotto della media UE. Queste carenze in termini di competenze digitali si riflettono nel modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali

Visto lo scarso dialogo tra italiani e mondo digitale, con la formazione 4.0 il capitale umano può recuperare il gap che deriva dal digital divide.

Ma quali sono le competenze digitali degli Italiani?

Le competenze digitali degli italiani sono davvero pochissime. Si tratta di: 

  • competenze di base solo per il 42% della popolazione compresa tra i 16 e i 74 anni
  • competenze avanzate per il 22%
  • competenze di base in tema software per il 45%

Le medie europee relative a questi parametri sono davvero lontane dalle cifre italiane: in Europa le competenze digitali di base sono acquisite dal 58% della popolazione (quindi più della metà). Mentre la percentuale scende al 33% in caso di competenze digitali avanzate, per poi salire al 61% per le competenze di base in tema software.

Bonus formazione 4.0: come ridurre il digital divide

Dall’analisi dell’indice Desi 2020 viene fuori un’altra verità scomoda: il digital divide italiano non è conseguenza dell’arretratezza della rete o della copertura territoriale. Cioè l’infrastruttura digitale c’è ed è pure ben  strutturata. Quello che manca sono le competenze adeguate.

Come a dire che il mezzo c’è, occorre imparare ad usarlo. E come?

Ed è qui che interviene il piano Transizione 4.0 voluto dal Governo, proprio con l’obiettivo di allineare l’Italia non sono agli standard europei in termini di skills richieste, ma anche ai dati europei di capacità degli altri cittadini di saper usare il mondo digitale.

Nel piano Transizione 4.0 rientra anche il bonus Formazione 4.0. destinato alle aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti su questioni e tematiche digitali. Le aziende, aderendo al bonus Formazione 4.0 accedono al credito d’imposta proprio relativo ai costi dei programmi formativi.

Gli ambiti di intervento

La formazione 4.0 interviene sulle competenze digitali nelle tecnologie 4.0 sia nel settore delle produzioni che in quello del marketing e, ovviamente, dell’informatica. 

Con la crescita e il consolidamento delle competenze inserite nel piano di formazione, l’attività di upskilling va ad incidere sia sulle cosiddette competenze di base che su quelle avanzate. 

Formazione  4.0: misura da potenziare per ridurre il gap? 

E’ questo uno degli interrogativi delle ultime settimane, soprattutto adesso che il Governo lavora alla versione definitiva del Pnrr – ossia il piano nazionale di rilancio e resilienza – da consegnare proprio all’Europa.

Tra le proposte ancora in corso di valutazione c’è il potenziamento della misura della Formazione 4.0. In che termini?

L’idea sul tavolo è quella di ampliare il credito d’imposta per la formazione 4.0. prevedendo un aumento delle soglie massime di credito, rispetto ai livelli attuali,  per quelle aziende di piccole e medie dimensioni che abbiano dipendenti “senior” da un punto di vista anagrafico, e che quindi hanno bisogno di un piano di aggiornamento ed ampliamento delle skills più approfondito.

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