Pmi ed intensità digitale: un connubio possibile? Qual è il grado di digitalizzazione delle piccole e medie aziende del territorio italiano? A fare la fotografia della situazione è il report Istat. Ecco i dettagli.
Cosa è l’intensità digitale
Partiamo dall’inizio, e cioè dalla definizione di intensità digitale. Non è una definizione unica, ma è l’insieme di dodici fattori specifici che devono avvenire all’interno delle aziende affinché si possa davvero parlare di pmi e intensità digitale.
I fattori che compongono l’intensità digitale sono:
- percentuale superiore al 50% di dipendenti connessi
- velocità di download superiore ai 30 Mbit/s
- utilizzo IoT
- uso intelligenza artificiale
- presenza e uso di un CRM
- ricavi di vendita online superiore all’1%
- e, di queste, almeno il 10% proveniente dal B2C
- uso di ERP
- presenza di social media
- o di due social media
- servizi cloud di livello intermedio o avanzato
- cloud computing
Ognuno di questi fattori sarà presente, nelle pmi, con una scala di intensità differente. E in base ai valori raggiunti, ogni Pmi avrà il proprio profilo di intensità digitale.
Pmi ed intensità digitiale? In Italia il cammino è ancora lungo
Entrando, poi, nel dettaglio del report Istat, si vede subito che in Italia il binomio Pmi e intensità digitale non è poi così stretto. Anzi. Le cifre riportate dal monitoraggio dell’istituto di statistica non fanno ben sperare.
Lo scorso anno, infatti il 60,3% delle Pmi ha raggiunto un livello di intensità digitale definito base.
Nello specifico, poi:
- l’80% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca ancora a un livello basso o molto basso;
- il 20% svolge invece almeno 7 delle 12 funzioni, posizionandosi su livelli alti o molto alti di digitalizzazione
Intelligenza artificiale nelle Pmi
Il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale. Quota che arriva al 15,4% tra le imprese attive nel settore dell’ICT e raggiunge incidenze maggiori:
- nelle telecomunicazioni (18,1%),
- nell’informatica (16,9%),
- nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (15,7%).
Osservando i settori di attività economica per intensità di utilizzo di tecnologie di IA attraverso la misura del numero di finalità e tecnologie, emerge che circa nel 6% delle imprese dell’informatica e delle telecomunicazioni viene adottato un utilizzo combinato di almeno tre tecnologie IA; tale quota raggiunge rispettivamente il 12,2% e il 10,3% nel caso di due tecnologie IA.
Gli strumenti IA sono utilizzati soprattutto per le seguenti finalità:
- estrazione di conoscenza e informazione da documenti di testo (37,9%),
- conversione della lingua parlata in formati leggibili da dispostivi informatici attraverso tecnologie di riconoscimento vocale (30,7%)
- e automatizzazione dei flussi di lavoro attraverso software robot (30,5%).
Pmi e intensità digitale: il ruolo dell’IoT
Un’altra variabile analizzata dal report Istat su pmi e intensità digitale è l’utilizzo dell‘internet of Things L’Internet delle cose (IoT) riguarda singoli dispositivi o sistemi di dispositivi interconnessi che raccolgono e scambiano dati. In Italia, lo scorso anno, il 32,3% delle imprese con almeno 10 addetti ha usato queste tecnologie.
Tali strumenti sono utilizzati soprattutto:
- nel settore dell’energia (45,9%),
- nelle attività immobiliari (42,5%),
- nella fabbricazione di coke e di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (40,7%),
- nelle industrie alimentari (40,3%),
- nelle telecomunicazioni (39,8%)
- e fabbricazione di apparecchiature elettriche (39,6%).
Per potenziare l’intensità digitale delle Pmi c’è bisogno di una formazione adeguata dei dipendenti delle aziende coinvolte. Scopri il catalogo formativo dei corsi Formazione 4.0 di Time Vision.