credito d'imposta Formazione 4.0credito d'imposta Formazione 4.0industria 4.0 Lun - Ven 10:00-18:00 +39 0813941097 Lun - Ven 10:00-18:00 +39 0813941097
Formazione 4.0
Credito d’imposta
Industria 4.0
Incentivi impresa
Transizione 4.0
Politica industriale
Parliamone
Credito d'imposta formazione 4.0 > Approfondimenti > Competenze digitali: per il 3,8% degli italiani sono avanzate
competenze digitali per il 3,8% degli italiani sono avanzate

Meno di un italiano su 10, ancora adesso dopo la rivoluzione digitale post Covid, ha competenze digitali avanzate. È questo uno dei dati che emerge dal Digital Skill Voyager e che sono stati analizzati da Unioncamere. La fotografia che viene fuori è di un Paese ancora in ritardo di formazione in chiave digitale.

Competenze digitali di base: obiettivo ancora lontano per la metà degli italiani

L’indagine condotta da Unioncamere mostra anche un altro lato della medaglia per quanto riguarda la presenza di competenze digitali tra gli adulti, e cioè che:

  • un italiano su due padroneggia gli strumenti di base di Internet
  • quasi 3 su 10 possono definirsi coach 
  • ma solo il 3,8% è leader e vanta competenze digitali avanzate

Questo vuol dire che ci sono milioni di italiani di ogni fascia d’età che ancora oggi non posseggono neppure le competenze digitali di base, ossia il semplice utilizzo di un software di scrittura, piuttosto che l’invio di una email o la navigazione mirata su internet.

Le differenze nella distribuzione delle competenze

Il monitoraggio che emerge dai dati del Digital Skill Voyager di Unioncamere porta alla luce anche altri elementi. Innanzitutto la differenza di competenze digitali tra i laureati e chi non ha la laurea.

Nel primo caso, infatti, la diffusione delle competenze digitali è la seguente:

  • neofita digitale: 11%
  • allievo digitale: 48%
  • coach digitale: 36%
  • esperto: 5%

Se, invece, a condurre il test sono non laureati, i dati cambiano:

  • neofita digitale: 24%
  • allievo digitale: 54%
  • coach digitale: 19%
  • esperto: 2,4%

Altra distinzione fatta nel report di Unioncamere è quella relativa ai profili professionali che hanno testato il proprio grado di affinità con le competenze digitali.

In riferimento alla sola categoria degli esperti, e quindi la più skillata, i dati che vengono fuori fanno riflettere sull’importanza della Formazione 4.0.

Le competenze digitali avanzate si trovano:

  • tra gli impiegati nel 4,8% dei casi
  • imprenditori (0,9%)
  • manager (3,6%)
  • amministratori delegati (3%)

Ecco quindi che sono i dipendenti delle aziende, soprattutto se correttamente formati e aggiornati, a possedere le competenze digitali più avanzate persino dei propri datori di lavoro. 

Le professioni più richieste? Prevedono competenze digitali

Ecco perché il discorso delle competenze digitali è importante: sono sempre di più i lavori richiesti dalle aziende e che hanno esclusivamente mansioni e caratteristiche digitali, come ad esempio in tutto il campo dell’Ict.

Blockchain Specialist nel settore del commercio e Robotics Specialist, rispettivamente con il 33% e il 41% sono le figure più richieste. 

Nel settore economico, invece, i profili digitali più richiesti sono i seguenti:

  • il CIO, 
  • il Data Scientist 
  • ed il Business Information Manager 

Mentre l’ICT Operations Manager è maggiormente richiesto in annunci per il settore dei Servizi di Amministrazione e Supporto (27%). Dalla lettura del rapporto dell’Osservatorio Digitale emerge che

Nella famiglia Emerging, il Cloud Computing Specialist conferma la sua natura cross settoriale, dal trasporto e logistica (27%), ai servizi di amministrazione e supporto (18%), all’ICT (14%), fino ai servizi professionali e consulenziali (10%) e l’industria (7%).

Cosa cercano le aziende

La domanda delle aziende è molto diversificata sia nel territorio sia nei settori economici. Le differenze territoriali sono sostanzialmente in linea con l’andamento generale del mercato del lavoro evidenziando un elevato gap tra nord, centro e sud del paese.

L’ICT è – come prevedibile – il settore economico prevalente . Seguono i servizi professionali e consulenziali, i servizi di amministrazione e supporto e l’industria. 

Dalle analisi emerge una distribuzione della domanda di skill per tutte le professioni e in particolar modo di digital skill. Contestualmente e in linea con l’anno precedente si assiste alla crescita della domanda di nuove competenze tecniche in particolare legate al mondo dei big data, dell’intelligenza artificiale, dell’IoT, della robotica e del cloud computing, per citare le principali.

Le novità dell’estate 2021 per chi lavora con le competenze digitali

L’estate 2021 ha portato per chi lavora con le competenze digitali una novità importante:arriva il primo contratto nazionale di lavoro per le professioni digitali: la stipula tra parte datoriale e sindacati del settore è arrivata lo scorso 22 luglio. Il primo contratto di lavoro dell’Ict sarà valido dal 2022 al 2024.

I dettagli del contratto di lavoro per le professioni digitali

Uno dei motivi che ha portato alla sottoscrizione del contratto nazionale di categoria è la necessità di trovare una giusta collocazione legislativa alle professioni digitali.

Fino ad ora, infatti, i lavoratori digitali rientravano nelle misure previsti dai contratti di lavoro del settore commercio o metalmeccanico.

Ecco i dettagli:

  • l’inquadramento non è specificato in “livelli” ma in profili professionali
  • la carriera viene, quindi, dettata dalle competenze
  • ci sono degli istituti innovativi, come ad esempio il Premio Performance
  • spazio, poi, allo “scatto di competenza”

Per avere una consulenza Time Vision su tutte le opportunità della Formazione 4.0 contatta gli uffici o invia una mail: i consulenti sapranno accompagnarti in ogni fase del percorso.