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Credito d'imposta formazione 4.0 > Approfondimenti > Sicurezza digitale: la sfida per le Pmi
sicurezza digitale la sfida per le pmi

L’emergenza sicurezza digitale per le aziende italiane sta diventando sempre più una questione da risolvere in tempi brevi. L’Italia detiene uno dei primati, di certo non felici, per il maggior numero di violazioni degli spazi digitali delle imprese.

I dati della sicurezza digitale in Italia

La metà dei furti di dati ,nell’ultimo anno, ha coinvolto una Pmi e quasi una Pmi su quattro è fallita dopo una violazione importante dei propri dati e sistemi informativi. Numeri che fanno scattare l’allarme di chi chiede attenzione per le Pmi nel campo della Cyber Security.

Usa, Italia e Germania tra i paesi più colpiti

E’ l’Italia tra i paesi europei uno tra quelli più colpiti da attacchi informatici. 

La top ten è del cyber crime a danno delle aziende è la seguente:

  • USA
  • Russia 
  • Francia 
  • Germania
  • Regno Unito
  • Italia
  • Polonia
  • Repubblica Ceca 
  • Giappone 
  • e Brasile.

Sicurezza digitale e formazione

L’idea della sicurezza informatica è punto fermo del Pnrr. In ciascuna delle sei missioni si trovano dei riferimenti precisi alla necessità di innovare il Paese attraverso la digitalizzazione e di farlo in modo sicuro. La sicurezza informatica è una una necessità primaria per le aziende. La sfida sta nella formazione e nel potenziamento di personale e strutture.

Il programma Formazione 4.0 inserito nel piano Industria 4.0 del Mise viaggia in questa direzione. 

Emergenza sicurezza digitale nell’agenda del Governo

D’altronde, la questione cybersicurezza non solo adesso è argomento di uno specifico decreto specifico, ma è argomento trainante del Pnrr del Governo Draghi.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha programmato per la cybersicurezza 623 milioni di euro per i seguenti obiettivi:

  • rafforzare le difese della Pubblica Amministrazione italiana
  • proteggerla da tutte le minacce informatiche, come frodi, ricatti e attacchi terroristici e tutti i rischi posti dalla criminalità informatica.

Per rispondere all’emergenza cybersicurezza c’è, però, bisogno di esperti del settore che sappiano traghettare il passaggio in digitale dei dati nel modo più sicuro possibile.

Il G20 e la trasformazione digitale dell’economia

Ad inizio agosto Trieste ha ospitato il G20 sull’innovazione tecnologica e digitale, in cui ampio spazio è stato dato anche alla questione della sicurezza digitale. 

Tra le 12 azioni inserite nella Dichiarazione dei ministri, infatti, si parla di protezione dei consumatori nell’economia digitale. Questo concetto fa capire come la sicurezza digitale serva:

  • alle aziende per quello che riguarda la tutela dei dati e di tutta l’attività di impresa spostata sul digitale
  • ma anche ai clienti e consumatori, per quanto attiene, invece, ai consumi consapevoli e trasparenti

Per le aziende si parla, infatti, di:

Utilizzare l’intelligenza artificiale basata sulla fiducia per l’inclusione delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) e la promozione delle startup. L’obiettivo è rafforzare le abilità delle MPMI, e quindi:

  • la loro capacità di utilizzare i dati, 
  • l’accesso ai finanziamenti, 
  • le opportunità di condivisione delle conoscenze
  • e la creazione di forza lavoro qualificata

Sul lato consumatori, invece, sicurezza digitale vuol dire:

Consapevolezza e protezione dei consumatori nell’economia digitale globale. Si prende l’impegno ad agire per sensibilizzare, educare e sostenere i consumatori, anche attraverso programmi di alfabetizzazione digitale, con l’obiettivo di garantire la protezione per quanto riguarda:

  • la qualità e la sicurezza dei prodotti, 
  • la privacy, 
  • la protezione dei dati personali, 
  • e le pratiche commerciali sleali, con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili

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