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Industria 4.0: cos'è e come affrontarla

Industria 4.0 è la grande rivoluzione digitale del sistema imprenditoriale italiano programmata dal Governo, e che adesso con il PNRR vede un ulteriore sviluppo. Ma perché è importante saperla affrontare nel giusto modo?

Come l’industria 4.0 cambia le fabbriche

Industria 4.0: cos’è? Senza dubbio è questa la domanda che le imprese si sono poste quando è nato il piano della Transizione 4.0.

Industria 4.0 è, senza dubbio:

  • un’opportunità di crescita delle competitività aziendale
  • e il paradigma futuro del mercato internazionale

Servono, però le giuste professionalità, quelle che devono accompagnare il cambiamento nelle fabbriche e nelle aziende in generale. L’ultimo bollettino Excelsior-Anpal descrive proprio questo, e cioè lo sviluppo delle professioni del 4.0 nei prossimi anni. 

Gli esperti in Ict necessari, da qui al 2026, sono oltre 30mila, e le figure che servono al sistema imprenditoriale nazionale sono:

  • analisti e progettisti di software
  • cybersecurity expert
  • cloud computing specialist
  • big data specialist
  • data scientist
  • programmatori
  • web master

Figure tanto necessarie quanto introvabili. Nel 60% dei casi, infatti, le richieste delle aziende non riescono ad essere soddisfatte in termini di giuste competenze. 

Discorso simile vale anche per la meccanica, la meccatronica  e la robotica ossia di figure in grado di manutenere i nuovi macchinari necessari all’automazione, aggiornarli, assicurarsi insomma che siano perfettamente funzionanti.

Per essere pronti serve Formazione 4.0

Sia, quindi, che parliamo di professioni digitali in senso stretto, sia che si parli, invece, di ambito meccanico, resta un unico elemento di fondo. per essere pronti a guidare con successo la transizione insita nel piano Industria 4.0 servono le giuste competenze.

E come si ottengono? Le alternative per le aziende sono, principalmente due:

  • assumere personale formato e competente
  • oppure avviare percorsi di upskilling dell’organico già esistente in azienda

Il primo punto, come visto, spesso si traduce in mismatch, ossia nella difficoltà riscontrata dalle aziende a trovare il personale giusto, con le conoscenze necessarie. Ecco perché conviene optare per la seconda soluzione, ossia la formazione interna del proprio personale in chiave 4.0.

Il vantaggio della Formazione 4.0 tra i dipendenti in organico è, infatti, duplice, perché:

  • consente l’upskilling in chiave di aggiornamento ai profili già esistenti nella mansione desiderata
  • ma consente anche il reskilling, ossia la formazione mirata e specifica su un determinato argomento anche per chi, pur lavorando in azienda, svolge un ruolo vicino a quello ricercato

E se proprio non c’è la figura giusta in azienda? In questo caso, si può sempre optare per un corso di Formazione 4.0 nella disciplina voluta e da avviare subito dopo la nuova assunzione. 

Incentivi e agevolazioni dell’industria 4.0

Solo dopo aver trovato i giusti profili per la propria azienda, almeno per quello che riguarda le competenze iniziali, poi ogni singola impresa è chiamata a matchare le risorse e le agevolazioni previste da Industria 4.0.

E cioè:

  • i crediti d’imposta per la Formazione 4.0 dei dipendenti
  • e gli altri incentivi per l’acquisto di beni strumentali, tecnologie abilitanti e progetti di ricerca

Il Decreto Aiuti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, viaggia in questa direzione. L’articolo 22 del testo spiega tutte le novità per l’attivazione del credito d’imposta Formazione 4.0.

Nel dettaglio resta stabile l’aliquota del 30% per le grandi imprese, mentre sale a:

  • 70% delle spese per le piccole imprese
  • e al 50% per le medie imprese

Il decreto introduce, però, alcune condizioni che le aziende devono rispettare per ottenere le aliquote potenziate. E cioè che:

  • le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico
  • e che i risultati finali siano certificati, sempre secondo le disposizioni che darà il ministero.

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