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Credito d'imposta formazione 4.0 > Approfondimenti > Italia digitale 2026: le competenze al centro
Italia digitale 2026 l

Il viaggio dell’Italia verso la transizione digitale dell’economia è, oramai, iniziato. Il percorso è stato individuato con Italia Digitale 2026. Il primo passo lo ha fatto il PNRR del Governo Draghi, che ha segnato come obiettivo temporale della rivoluzione digitale del sistema Italia il 2026. Ma le aziende sono pronte al cambiamento?

Italia digitale 2026: gli obiettivi

Sono 5 gli obiettivi messi nero su bianco dal ministro per l’Innovazione, Vittorio Colao, per quanto riguarda il piano Italia Digitale 2026.

In soldoni, l’Italia nel 2026 sarà digitale se:

  • il 70% della popolazione avrà competenze digitali
  • il 70% della popolazione avrà una identità digitale
  • il 75% della pubblica amministrazione avrà una piattaforma Cloud
  • l’80% dei servizi pubblici potrà essere on line
  • ci sarà una copertura della banda ultralarga del 100%

Le risorse del piano Italia digitale 2026 

Complessivamente, il capitolo digitalizzazione dell’Italia, intesa come pubblica amministrazione ma anche come sistema imprenditoriale, peserà oltre 12 miliardi di euro.

Le risorse saranno distribuite tra le cinque missioni-obiettivo descritte nel paragrafo precedente, dando prevalenza agli investimenti in materia di infrastruttura digitale e, ovviamente, di formazione specifica.

Le competenze digitali da formare

Il piano Italia Digitale 2026 inserito nel PNRR del Governo Draghi ora consegnato nelle mani della Commissione europea, mette tra gli obiettivi fondamentali da raggiungere la diffusione delle competenze digitali di base tra la popolazione adulta.

Questa specifica sezione del piano Italia Digitale partirà nel primo semestre del prossimo anno. Gli obiettivi, come detto, di questa parte del programma riguardano l’estensione delle competenze digitali ad almeno il 70% della popolazione adulta entro il 2026.

Molti gli strumenti a supporto del progetto di alfabetizzazione digitale:

  • piattaforme educative e di istruzione
  • formazione digitale a supporto all’inserimento nel mondo del lavoro
  • servizio civile digitale, inteso come formazione dei giovani che diventeranno le “guide digitali” per chi ha maggiore difficoltà

La formazione in chiave digital non riguarderà solo i cittadini, ma anche i lavoratori delle aziende e, possibilmente, gli imprenditori stessi. In modo da avere un superamento del digital divide sia nella pubblica amministrazione e nella vita quotidiana che nel sistema produttivo. 

Un esempio di gap digitale da colmare: la cybersecurity delle aziende 

Un esempio su tutti che attraverso il piano Italia Digitale 2026 sarà superato è il seguente: le aziende italiane sono fanalino di coda in Europa in tema di Cybersecurity. A mancare è la formazione adeguata, a sancirlo lo studio dell’Osservatorio Cybersecurity e Data Protection del Politecnico di Milano.

Un miliardo e 37 milioni , si legge nel report, la cifra esigua messa in bilancio dalle aziende italiane in tema di sicurezza informatica.

Nell’anno dell’emergenza sanitaria nel 40% delle grandi imprese sono aumentati gli attacchi informatici. La diffusione improvvisa e capillare del remote working e del lavoro agile, l’uso di dispositivi personali e reti domestiche e il boom delle piattaforme di collaborazione hanno infatti aumentato le opzioni di attacco.

L’impatto economico della pandemia ha costretto le imprese italiane a fronteggiare le aumentate sfide di sicurezza con budget ridotti:

  • il 19% ha diminuito gli investimenti in cybersecurity
  • solo il 40% li ha aumentati

Un anticipo dell’Italia Digitale 2026: la formazione a distanza nell’anno della pandemia

Arriva direttamente da una ricerca della Fondazione per la sussidiarietà un altro dato da prendere in considerazione, come anticipo della realizzazione del piano Italia Digitale 2026: nell’anno della pandemia 12 italiani su 100 – di età adulta – hanno frequentato corsi di formazione o di aggiornamento delle competenze attraverso una piattaforma FAD.

Un numero basso? No se si considera che nel 2019, quando di Covid non c’era neppure l’ombra, la percentuale era di 7 persone su 100. 

L’Italia è lontana dalla media europea del 16%, ma migliora il suo ranking nella classifica dei Paesi in cui gli adulti usano gli strumenti digitali per lavorare, non solo per studiare. I più digital d’Europa sono i finlandesi: nel 2020 ben 39 persone su 100 hanno svolto la propria formazione tramite piattaforme a distanza. 

E le  aziende sono pronte per Italia Digitale 2026?

Svetta oltre la percentuale del 50% la quota delle aziende che hanno optato , nell’ultimo anno, per la formazione a distanza. E’ un trend in crescita di circa trenta punti percentuale la frequentazione di corsi di formazione on line. Molto però resta da fare per arrivare ai livelli dei paesi Nord Europei. L’Italia si allinea alla media anche se restano molti ancora i chilometri da macinare per raggiungere paesi come la Finlandia, l’Olanda e la Svezia

Nei paesi nordici , infatti, le percentuali sono queste:

  • 29% in Svezia,
  • 27% in Finlandia,
  • 20% in Danimarca,
  • 19% in Olanda

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