Fino a qualche tempo fa era considerata una vera e propria scocciatura da sbrigare: ora la formazione continua nelle aziende sta diventando sempre di più, agli occhi degli imprenditori, una reale possibilità di crescita. A dirlo è il rapporto INAPP (l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) presentato oggi a Montecitorio.

La formazione continua? Aumenta la fiducia

La percentuale delle aziende che avviano percorsi di formazione continua per via della loro obbligatorietà è ancora alta: l’84% delle imprese, infatti, associa la formazione al necessario aggiornamento professionale dei propri dipendenti.

Ma, ed è questa la notizia che emerge dal rapporto INAPP, emergono finalmente percentuali alte di aziende che “usano” percorsi di potenziamento delle skills dei dipendenti per altri motivi, e cioè:

  • il 65% delle imprese avvia progetti di aggiornamento delle competenze dei propri dipendenti
  • il 51% delle aziende, invece, vuole potenziare le skills dei propri dipendenti, sia in una logica di upskilling che di reskilling

La richiesta di competenze è in aumento

È questa la seconda buona notizia che emerge dal rapporto INAPP: dopo anni di crescita praticamente zero del numero di lavoratori coinvolti in percorsi di formazione dal 2021 – ossia dall’immediato post pandemia – le percentuali sono costantemente salite.

Ad andare meglio, però, sono i percorsi formativi “one shot”, ovvero quelli seguiti per la prima volta dalle persone di età compresa tra i 25 e 64 anni. In questa fascia d’età, le persone che hanno seguito un corso di formazione è stata del 9.9%, praticamente poco al di sotto della media richiesta dall’Europa. Ma è sulla lunga durata che c’è ancora molto lavoro da fare: negli ultimi 14 anni, infatti, la percentuale di persone coinvolte in percorsi di formazione continua, o comunque di lunga durata, è aumentata solo del 3,7%, relegando l’Italia al 15esimo posto nel ranking europeo.

Perché succede questo?

Sono molte le ragioni per le quali la formazione continua non ha portato, negli ultimi anni, un segnale di crescita costante:

  • ridotti investimenti, sia pubblici che privati per il potenziamento delle skills
  • poca attenzione verso le esigenze formative delle piccole e medie imprese
  • difficoltà di inclusione dei cosiddetti target vulnerabili

Come fare, dunque, per risolvere questi problemi? Avviando, nella propria azienda – di qualsiasi settore e dimensione – un vero e proprio progetto di formazione continua, che si basi su: obiettivi di crescita, innovazione complessiva, aumento della competitività e, di conseguenza, innalzamento delle competenze dei dipendenti.

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