Fondo impresa femminile: ecco gli incentivi. È stato il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, a specificare il piano attuativo della misura che ha l’obiettivo di accompagnare:
- la nascita di nuove aziende guidate da donne
- o di potenziare quelle già esistenti.
Fondo impresa femminile: quali incentivi
Nello specifico, in conferenza stampa, Giorgetti ha spiegato che la misura prevede una serie di incentivi che copriranno in parte progetti d’investimento nei settori:
- dell’industria,
- artigianato,
- trasformazione dei prodotti agricoli,
- servizi,
- commercio
- e turismo.
La misura diventerà operativa a partire dal mese di maggio con l’apertura degli sportelli di presentazione delle domande per richiedere contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.
A chi si rivolge la misura?
Possono accedere alle misure previste dal fondo:
- cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie,
- società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne,
- imprese individuali con titolare donna e lavoratrici autonome con partita Iva
Cosa finanzia il fondo?
Il fondo impresa femminile ha lo scopo di aiutare le imprese gestite da donne in due percorsi: sia in caso di nuova impresa che con aziende già avviate.
Nel primo caso, gli strumenti pensati dal Mise sono legati ai progetti imprenditoriali presentati, e del valore massimo di 250mila euro.
L’agevolazione prevista è un contributo a fondo perduto che varia in funzione della dimensione del progetto:
- per progetti fino a 100 mila euro, l’agevolazione copre fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di 50 mila euro;
- per progetti fino a 250 mila euro, l’agevolazione copre il 50% delle spese, fino a un massimo di 125 mila euro.
Se, invece, si tratta di aziende già avviate, il valore massimo previsto per i progetti è di 400mila euro.
In questo caso, il Fondo prevede un mix di contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero, con una copertura fino all’80% delle spese ammissibili, per un massimo di 320 mila euro, da rimborsare in otto anni.
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