In Italia accade nel 5% delle imprese sotto i 50 dipendenti. Ma è una prassi che si sta diffondendo, soprattutto in determinati settori, trainanti per il recupero di skills che l’Europa chiede ai Paesi. Si tratta del volontariato delle competenze aziendali. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è il volontariato delle competenze aziendali

Il volontariato delle competenze aziendali è una pratica di responsabilità sociale prevista per i lavoratori dipendenti del settore privato, sancito da precise normative.

L’articolo 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi stabilisce – a questo proposito – che le aziende possano dedurre fino al 5 per mille delle spese relative all’impiego di lavoratori dipendenti per prestazioni di servizi erogate a favore di Onlus. 

Possibilità estesa – con il Codice del Terzo settore – a tutti gli enti del Terzo settore iscritti al Runts (anche se la sua applicazione è tuttora subordinata all’autorizzazione da parte delle Commissione europea). 

Le attività di volontariato svolte dal personale durante l’orario lavorativo si concretizzano principalmente (nel 47,7% dei casi) nella partecipazione a community day. Si tratta ad esempio di giornate dedicate ad una casa-famiglia per disabili, ad attività di volontariato nelle carceri o alla pulizia di un parco. 

I numeri del fenomeno in Italia

Come riporta una nota Anpal, il fenomeno del volontariato di competenze aziendali sta, progressivamente, prendendo piede in Italia. 

Secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, in Italia oltre 4 mila imprese (il 5% delle aziende con almeno 50 dipendenti) hanno offerto al proprio personale questa opportunità. Altre 21 mila (il 26%) sono interessate a consentirlo in futuro.

Il volontariato di competenza è più diffuso tra le imprese del nord-ovest (5,6%) e nei settori dei servizi (5,4%), con i picchi più elevati in alcuni dei comparti dei servizi alle imprese:

  • ICT – 8,4%
  • servizi di consulenza – 9,1%
  • servizi finanziari e assicurativi – 13,8% 

Di particolare interesse sono le aziende che consentono ai propri collaboratori di dedicare diverse giornate – anche settimane o mesi – ad attività di  informazione e sensibilizzazione culturale/sociale/ambientale in call center, negli sportelli informativi dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) in incontri pubblici o del terzo settore (22,5%); oppure ad attività educative a favore di studenti e minori in difficoltà (17,5%) o, infine, nel sostegno di ETS impegnati in progetti di cooperazione in Paesi del Sud del mondo (7,3%).

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