Tra le novità principali che riguardano il contratto di espansione 2021 c’è sicuramente l’abbassamento della soglia del numero di dipendenti delle aziende che possono accedere. Il decreto Sostegni bis ha, infatti, abbassato il livello dai 250 dipendenti originari agli attuali 100.

Ma come fare a calcolare effettivamente se l’azienda rientra nella misura? A spiegarlo è l’Inps, nella circolare 48/2021. Vediamo i dettagli.

Contratto di espansione 2021: i chiarimenti Inps

La circolare Inps, all’articolo 2, parla proprio delle imprese che possono beneficiare della misura, soprattutto da un punto di vista occupazionale. Questi gli elementi distintivi per calcolare se l’azienda può accedere ai contratti di espansione 2021:

  • i lavoratori occupati mediamente nel semestre precedente la data di sottoscrizione del contratto di espansione
  • il numero dei lavoratori in organico è riferito alla singola impresa, anche se articolata in più unità aziendali dislocate sul territorio nazionale
  • nel numero dei dipendenti occupati devono essere ricompresi i lavoratori di qualunque qualifica, dal dirigente al lavorante a domicilio

Quindi, va da sé, che le aziende interessate adesso, con la riforma numerica inserita nel decreto Sostegni bis, devono calcolare di avere in servizio almeno 100 dipendenti da dicembre 2020.

Nel caso in cui a chiedere l’accesso al contratto di espansione 2021 sia una startup o un’azienda di recente costituzione, allora il calcolo dei lavoratori viene fatto sui mesi di attività reale.

Gli elementi del contratto di espansione

Appurata la presenza dei requisiti occupazionali per accedere alla misura, vediamo ora cosa devono fare le aziende per avviare il contratto.

Sono cinque gli elementi da sottoscrivere nella documentazione da presentare, poi, all’Inps per avere gli incentivi:

  • il numero dei lavoratori da assumere e i relativi profili professionali compatibili con i piani di reindustrializzazione o riorganizzazione
  • la programmazione temporale delle assunzioni
  • l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro
  • la riduzione complessiva media dell’orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati 
  • la stima dei costi previsti a copertura del beneficio per l’intero periodo di spettanza teorica della NASpI al lavoratore

Sono due, inoltre, le leve del contratto di espansione, come ad esempio accaduto con il modello ufficializzato da alcuni colossi delle tlc: da un lato si prevedono assunzioni di giovani con relativi sgravi per le aziende, dall’altro si accompagna al pensionamento l’organico “più anziano”. A tutti i lavoratori, ovviamente, viene poi ridotto il monte ore complessivo di lavoro.

Cosa sono i contratti di espansione

Ma cosa sono i contratti di espansione 2021? La misura, introdotta nel 2019 nel decreto Crescita altro non è che uno strumento per la riorganizzazione delle aziende in chiave tecnologica su determinate leve:

  • scivolo pensionistico fino a 5 anni per i lavoratori che accettano la proposta
  • riorganizzazione dell’orario di lavoro
  • un piano parallelo di assunzioni di risorse giovani e specializzate con competenze adeguate
  • un progetto di formazione interna del personale per l’aggiornamento delle skills, soprattutto digitali

Per conoscere i dettagli e le opportunità della misura, e sapere se anche la tua azienda può accedervi, compila il form in pagina per una consulenza su misura Time Vision

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