Una cosa è ogni giorno più certa: la transizione digitale delle aziende è una delle leve principali per garantire la sopravvivenza, il futuro e i livelli occupazionali delle imprese italiane dopo la pandemia.

Si tratta di un passaggio obbligatorio per gli imprenditori, che devono affrontare due aspetti dalla questione:

  • una riorganizzazione aziendale nei processi produttivi
  • un percorso di formazione 4.0 per i lavoratori e, indirettamente, per gli imprenditori stessi,

I numeri della mancata transizione digitale delle aziende

Il passaggio, o meglio, la transizione digitale delle aziende è, come detto, un passaggio obbligato. Soprattutto se le aziende vogliono recuperare le quote di mercato perse per via della pandemia.

Il recupero, ovviamente, non può avvenire con i canali tradizionali di vendita e promozione, ma con quelli diventati “normali” da un anno a questa parte. Ossia quelli digitali.

Stando ai dati emersi dal XXV Rapporto sull’Economia Globale e l’Italia a cura del Centro Einaudi, i posti di lavoro a rischio, al momento sono 1,5 milioni. Perché? Perché si tratta di aziende che non hanno ancora avviato il proprio percorso di risposta alla rivoluzione digitale.

E che, quindi, se non lo faranno in tempo rischiano di non far fronte ai nuovi mercati e licenziare i propri dipendenti, nonostante la ripresa.

I settori che più hanno bisogno della transizione digitale

Quasi nessun settore è immune dagli effetti negativi della mancata transizione digitale delle aziende. Ma, ovviamente, ci sono comparti in cui la rivoluzione digitale è meno sentita oppure più complicata da portare avanti. Sono proprio questi settori quelli in cui, stando allo studio, c’è il maggior rischio di perdita di posti di lavoro.

Vediamo quali sono i primi 5 comparti:

  • ospitalità e ristorazione (il 47% dei possibili disoccupati appartiene a questo)
  • commercio all’ingrosso e al dettaglio
  • trasporti
  • istruzione
  • edilizia

Ogni settore può avviare il percorsi di digitalizzazione delle imprese. Occorre soltanto conoscere gli strumenti e la loro applicazione.

Come avviare la transizione digitale?

Sono due le leve su cui ogni imprenditore che vuole digitalizzarsi deve puntare:

  • potenziamento delle competenze
  • riorganizzazione dei processi produttivi

In entrambi i casi, il paradigma di riferimento è il piano Transizione 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico. Una misura che è diventata praticamente strutturale, tanto che sono cambiate alcune caratteristiche, proprio per accompagnare la transizione digitale delle aziende:

  • I nuovi crediti d’imposta sono previsti per 2 anni;
  • La decorrenza della misura è anticipata al 16 novembre 2020;
  • È confermata la possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31/12/2022, di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi (quindi, entro giugno 2023).

La Formazione 4.0

È la base di ogni tipo di ragionamento in chiave “digitale” da parte delle aziende. Non può essere avviata alcuna transizione digitale delle aziende se mancano le figure competenti che sappiano guidare il processo e indirizzarlo verso il giusto percorso.

Come riuscirci? Attraverso la Formazione 4.0. Anche in questo caso, le modifiche del piano del Mise guardano ad una resa strutturale delle agevolazioni e, nello specifico, del credito d’imposta.

Queste le novità:

  • è prevista un’estensione del credito d’imposta alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori;
  • il credito d’imposta è riconosciuto nell’ambito del biennio interessato dalle nuove misure (2021 e 2022).

Per conoscere tutti i vantaggi della Formazione 4.0 e l’applicazione nella tua azienda, compila il form in pagina: i consulenti Time Vision sapranno indicarti i percorsi più vicini alle tue esigenze.

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