C’è bisogno di chiarezza e tempi celeri per il nuovo decreto attuativo sul Fondo Nuove Competenze. A chiederlo, con forza, è il sistema produttivo del Paese, che mai come in questo momento è stretto in una morsa che sembra insuperabile, tra:

  • il caro energetico
  • e le conseguenze economiche che rendono necessari interventi di contenimento delle spese

In questa cornice di incertezza, misure come il Fondo Nuove Competenze potrebbero dare una bocca d’ossigeno agli imprenditori e, parallelamente, consentire ai lavoratori di potenziare e aggiornare le proprie competenze per rendere l’azienda più competitiva.

La crisi di Governo e il Fondo Nuove Competenze

L’attuale momento di empasse è una conseguenza dello stallo legato alla crisi di Governo e alle imminenti nuove elezioni. Il decreto attuativo necessario ad avviare l’annualità 2022 del Fondo Nuove Competenze ha, infatti, necessità della firma di due ministeri, quello del Lavoro, con il Ministro Orlando, e quello delle Finanza , con il Ministro Franco.

Un atto politico molto atteso dal sistema imprenditoriale, così come emerso da un recente sondaggio che Time Vision ha rivolto alle aziende e consulenti del mondo del lavoro per i quali svolge attività di consulenza.

La stragrande maggioranza delle aziende di tutta Italia contattate da Time Vision ha, infatti, evidenziato la necessità di tempi stretti per la pubblicazione del decreto attuativo del Fondo Nuove Competenze: uno slittamento in pieno autunno, infatti, porterebbe l’operatività della misura direttamente al 2023.

Le indiscrezioni e le novità

C’è, infatti, un altro motivo importante per il quale aziende e professionisti del lavoro aspettano con ansia il rinnovo del Fondo Nuove Competenze, e cioè la sua stretta connessione con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza legati alla transizione digitale.

In attesa dell’ok definitivo del decreto, nelle settimane scorse erano state presentate alcune novità per l’edizione 2022 del Fondo Nuove Competenze.

Quali?

  • la copertura dei costi delle ore di formazione scende dal 100% al 70-75%
  • ci saranno maggiori controlli sulla qualità e sull’efficacia dei percorsi di formazione
  • Fondi interprofessionali avranno un ruolo centrale nell’erogazione della formazione
  • le aziende non iscritte ai fondi devono rivolgersi ad enti accreditati regionalmente o a livello nazionale
  • canali preferenziali per competenze green e digital

La questione delle rendicontazioni

In una nota del 10 giugno scorso, il ministro Orlando aveva annunciato che entro l’estate stessa sarebbero partite le rendicontazioni per le aziende che avevano presentato la domanda di adesione alla misura entro la fine di giugno.

A distanza di tre mesi, le aziende continuano ad attendere.

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