Fondo Nuove Competenze: il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha firmato il decreto che rifinanzia la misura per il potenziamento delle skills in azienda. Il tesoretto a disposizione è di 1 miliardo di euro.

Ad ottobre, e cioè il mese prossimo, l’Anpal pubblicherà l’avviso che, di fatto, darà il via libera alla presentazione dei piani formativi aziendali. Ma cosa cambia nella nuova edizione del Fondo Nuove Competenze?

Entro dicembre, le aziende poi potranno presentare i propri piani di rimodulazione orario in cui inserire la formazione e i relativi accordi collettivi.

Cosa cambia con il decreto del Fondo Nuove Competenze

Sono tre le novità introdotte dal nuovo decreto del Fondo Nuove Competenze, sia di natura contenutistica che operativa.

Innanzitutto, le competenze da sviluppare con priorità saranno legate alle transizioni richieste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ossia:

  • digitale
  • ecologica

Spazio maggiore, dunque, nei piani formativi aziendali al potenziamento delle competenze dei lavoratori in tema di digitalizzazione e di guida alla sostenibilità ambientale delle aziende.

I fondi interprofessionali e le agenzie di formazione

Il secondo punto analizzato dal decreto del Ministero del Lavoro riguarda l’organizzazione della formazione.

Da quest’anno le aziende non potranno provvedere in autonomia al potenziamento delle skills dei propri dipendenti. Ma, per accedere al Fondo Nuove Competenze, le strade da seguire sono soltanto due:

  • i fondi interprofessionali costituiranno il canale di accesso privilegiato al Fondo Nuove Competenze
  • e per i datori di lavoro che non hanno fondi interprofessionali la formazione dovrà essere erogata da enti accreditati a livello nazionale o regionale

I nuovi contributi previsti

Terza e ultima novità del decreto del ministro Orlando è la quantificazione dei contributi previsti dal Fondo Nuove Competenze 2022-2023. Le percentuali di copertura dei costi sono, infatti, differenti:

  • 60% della retribuzione oraria delle ore destinate alla formazione
  • e 100% dei contributi assistenziali e previdenziali 

Sono, però, previste delle premialità che portano al 100% anche la copertura della retribuzione oraria destinata alla formazione nel caso in cui le aziende intraprendano percorsi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. In presenza, cioè, di accordi che prevedano, oltre alla rimodulazione dell’orario finalizzata a percorsi formativi, anche una strutturale riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione complessiva.

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