Molte le misure a sostegno delle imprese inserite nel Decreto Aiuti Ter: il documento approvato all’unanimità dal consiglio dei Ministri, prevede una manovra finanziaria da 14 miliardi di euro.

L’obiettivo? Ridurre al minimo l’impatto del caro energetico sulle famiglie e sulle imprese. In che modo? Con una serie di interventi specifici. Ecco i dettagli.

I dettagli del Decreto Aiuti ter per le imprese

Ad illustrare nel dettaglio le misure è il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.

Il Decreto Aiuti Ter parte, innanzitutto, dall’aumento della garanzia statale sui prestiti alle imprese in crisi di liquidità per il caro bollette. Seconda disposizione per le aziende è l’estensione del credito d’imposta.

Introdotte, su proposta del ministro Giorgetti, aliquote del:

  • 40% per gli energivori
  • e del 30% per le imprese più piccole che impiegano energia elettrica con una potenza superiore a 4,5 kw.

Le risorse stanziate per questi interventi verranno concentrate nei mesi di ottobre e novembre per un ristoro immediato e più consistente sul caro energia.

Questo il commento di Giorgetti:

“concentrare le risorse in due mesi e aver allargato la platea dei beneficiari anche ai piccolissimi, compresi artigiani e le piccole attività, è positivo e le percentuali degli sconti effettivi sono molto significative. Di fatto si tratta di un beneficio sui costi energetici del 30-40% e non sulla differenza. Positive anche le misure che prevedono prestiti garantiti a tassi molto agevolati per pagare le bollette”.

Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico

Il decreto Aiuti ter proroga al prossimo 31 ottobre il termine per attivare la procedura di restituzione dei crediti d’imposta ricerca e sviluppo indebitamente percepiti. 

La lotta alla delocalizzazione degli stabilimenti

Le recenti notizie di cronaca economica sulle decisioni di gruppi industriali stranieri di chiudere le proprie sedi in Italia hanno mosso il consiglio dei Ministri a introdurre una serie di misure di rafforzamento che impediscano – o rendano più difficile – decisioni drastiche di delocalizzazione improvvisa, come il caso dell’impianto Wartsila in provincia di Trieste.

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