A distanza di una settimana dall’apertura flash del click day per il Decreto Flussi 2022, il Viminale ha pubblicato i dati ufficiali delle richieste pervenute dalle aziende interessate ad assumere lavoratori extra Ue. La Campania ha registrato il primato indiscusso di richieste, occupando quasi il 50% dell’intera penisola.

I dati del Viminale

La quota massima di lavoratori extra Ue prevista era di 87mila unità. Non solo le richieste totali sono state 252mila, ma dalla sola Campania ne sono arrivate 109mila.

Le aziende del territorio campano hanno chiesto, per lo più, lavoratori stagionali. Anche se c’è stata una buona componente di richieste di lavoratori subordinati.

Nello specifico della distribuzione regionale, la classifica delle regioni con maggiori richieste vede:

  • la Campania, con 109mila richieste
  • il Lazio, con 20mila richieste
  • il Veneto, con 20mila richieste
  • la Puglia, con 17mila
  • la Lombardia con 15mila

Decreto Flussi: la situazione per provincia e settori

I dati del Viminale sulla distribuzione territoriale delle richieste del Decreto Flussi arrivano anche a livello provinciale. Che confermano, ovviamente, l’andamento regionale.

Nella top 5 delle province con il maggior numero di richieste ci sono, infatti:

  • Napoli
  • Salerno
  • Roma
  • Caserta
  • Verona

Analizzando, invece, i settori produttivi di appartenenza delle aziende che hanno chiesto l’arrivo di lavoratori extra Ue, i dati dimostrano che:

  • autotrasporto merci
  • edilizia
  • turistico-alberghiero
  • meccanica
  • telecomunicazioni
  • alimentare

Decreto Flussi: verso la stabilizzazione

Al di là dei dati del click day, la volontà del Governo è quella di istituzionalizzare gli ingressi relativi al Decreto Flussi e di costruire un piano triennale di ingresso ponderato e costante.

Gli obiettivi della richiesta dei sindacati sono:

  • l’aumento del numero massimo delle soglie
  • l’ampliamento dei settori di riferimento
  • e dei Paesi di origine

Anche le procedure saranno più flessibili e corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro (non sempre programmabili con largo anticipo), comprimendo il tempo che intercorre tra la domanda e l’arrivo del lavoratore in Italia e introducendo un meccanismo per assumere lavoratori stranieri già presenti in Italia, ma privi di permesso di soggiorno.  

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