La Formazione 4.0, in tutti i suoi aspetti, è uno dei motori che sta guidando il futuro delle imprese del territorio e dei consulenti del lavoro. Attraverso:

  • il potenziamento delle competenze digitali dei dipendenti
  • e la conoscenza

Le novità introdotte alla misura per il 2022 rendono necessario un costante aggiornamento non solo per le aziende, infatti, ma anche per i consulenti del lavoro che devono guidare le aziende che seguono sui giusti percorsi di crescita digitale. Come fare?

L’aggiornamento dei consulenti per la Formazione 4.0

Il segreto è nell’aggiornamento delle conoscenze che i consulenti del lavoro hanno della Formazione 4.0. Cosa vuol dire? Che i professionisti del lavoro del futuro devono diventare una specie di Consulente 4.0, in grado di:

  • illustrare nel dettaglio alle proprie aziende tutte le novità normative sulla misura straordinaria voluta dal Governo
  • aiutare le aziende seguite nella scelta dei giusti percorsi di Formazione 4.0 dei propri dipendenti
  • seguire e supportare le aziende nella scelta degli enti a cui affidare la formazione stessa

L’ultimo punto è fondamentale, alla luce delle novità introdotte nel Decreto Aiuti per quello che riguarda l’edizione 2022 della Formazione 4.0.

Parallelamente all’aumento delle aliquote dei crediti d’imposta (di cui parlerà il prossimo paragrafo), il decreto ha infatti posto due importanti condizioni affinché i crediti d’imposta siano effettivamente riconosciuti alle aziende, e cioè:

  • la formazione deve essere affidata a enti formativi accreditati e inseriti nell’elenco approvato dal MISE (in cui rientra Time Vision)
  • e i percorsi di potenziamento delle competenze devono essere certificati, con annesso test di valutazione finale

Bonus Formazione 2022: le aliquote potenziate

Di quanto aumentano le aliquote dei crediti d’imposta per le aziende che avviano entro fine anno un percorso di Formazione 4.0? Le maggiorazioni riguardano le piccole e le medie imprese, che avranno:

  • il 70% del recupero dei costi (invece che il 50%) per le piccole imprese
  • e il 50% (anziché il 40%) per le medie

Invariata, invece, la percentuale del 30% per i grandi gruppi industriali.

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