I lavoratori digitali in Italia sono un vero e proprio esercito. Un milione di persone, nel 2021, ha per capo una App: che sia di servizio, per il commercio o per qualsiasi altra funzione, sempre più persone lavorano nella Gig Economy e nella creazione di contenuti digitali.

Le caratteristiche dei lavoratori digitali

Ma chi sono i lavoratori digitali? E cosa fanno? C’è un primo elemento da considerare subito: dal 2019 ad oggi il “peso” della Gig Economy e, quindi, dei suoi lavoratori è cresciuto in modo esponenziale.

Basta pensare che i lavoratori digitali nel 2019 erano circa 200mila, mentre adesso – a distanza di due anni – sono arrivati ad 1 milione. I motivi:

  • il percorso necessario di digitalizzazione di molti servizi che, prima del lockdown, non erano ancora “smart”
  • e la nascita di nuovi strumenti – rigorosamente digitali – sorti sempre dopo la pandemia per soddisfare i bisogni e le esigenze delle persone.

L’indagine Istat sui lavoratori digitali

Anche l‘Istat ha presentato, di recente, una prima analisi quantitativa e qualitativa sui lavoratori digitali delle piattaforme.

Ecco i principali elementi che li caratterizzano:

  • si tratta più spesso di lavoratori maschi (62,0% rispetto al 57,7% di tutti gli occupati),
  • giovani tra i 16 e i 34 anni di età
  • e con titolo di istruzione elevato (54,6% con il diploma e 29,7% con la laurea rispetto al 46,2% e 23,4%)
  • svolgono più spesso professioni qualificate (47,8% rispetto al 35,3% del totale degli occupati); meno spesso appartengono alle professioni impiegatizie (rispettivamente 1,1% e 11,4%) e operaie (15,2% e 22,4%)
  • infine, sono ovviamente concentrati nel settore dei servizi (90,4% contro il 70,2%).

I nuovi lavori digitali

Ma quali sono gli elementi della Gig Economy? Sono essenzialmente tre le macro categorie di lavoratori digitali:

  • chi realizza le piattaforme digitali
  • chi fornisce i contenuti e i servizi
  • e chi, poi, materialmente effettua il servizio

Accanto a queste figure, si stanno moltiplicando nell’ultimo periodo anche altri micro-jobs online che fino a pochi anni fa non esistevano. Qualche esempio?

  • chi risponde a sondaggi,
  • oppure chi tagga foto online,
  • fino ad arrivare a chi gestisce profili social.

I livelli di istruzione

Come detto prima, il livello di istruzione medio dei lavoratori digitali della gig economy è molto alto: più della metà ha un diploma e circa un terzo la laurea.

Sta di fatto che, oltre al titolo di studio, c’è la necessità di un reskilling, se non addirittura upskilling di tutte le materie che gravitano nel mondo digitale, spiegate, tra l’altro nella Formazione 4.0.

Per conoscere le opportunità e i vantaggi della formazione in chiave 4.0 compila il form in pagina: i consulenti Time Vision ti indicheranno il percorso più vicino alle tue esigenze.

Utilizziamo i cookie per garantirti la migliore esperienza